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La Buona scuola di Renzi secondo la Fondazione Agnelli

‘’Gramsci, Togliatti, Longo, Berlinguer’’. Erano i nomi ossessivamente ed orgogliosamente scanditi durante le oceaniche manifestazioni del Pci. Oggi, i democrat, nei loro raduni alla Leopolda, si accontentano di ripetere, a voce bassa, come se un po’ si vergognassero: ‘’Gentiloni, Pinotti, Boschi e Mogherini’’.

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Afferma Andrea Gavosto direttore dell’autorevole Fondazione Agnelli a commento di una ricerca sulla scuola in Italia (Corriere della Sera del 16 febbraio): ‘’Assumere tutti e subito i circa 140mila precari avrà effetti molto negativi sulla scuola italiana abbassandone la qualità e ostacolandone il rinnovamento per molti anni a venire’’. E come se ciò non bastasse, Gavosto aggiunge, a ragion veduta, che la promessa di assunzione di tutti i precari nelle graduatorie a esaurimento non è stata preceduta da ‘’un’analisi dei profili necessari alla scuola italiana, ma si è adottata una logica capovolta: assumiamo questi insegnanti e poi vediamo che cosa gli possiamo far fare’’.

In sostanza, non saranno gli insegnanti a servire alla scuola e agli studenti, ma sarà la scuola ad adattarsi a loro. Senza scomodare l’assoluta inadeguatezza del corpo docente per la diffusione dell’insegnamento della lingua inglese, è sufficiente notare che, in provincia di Milano, ogni anno sono richiesti, in base al turn over, tra i 50 e i 100 insegnanti di matematica, mentre nelle graduatorie ad esaurimento ce ne erano, a settembre, solo 31. E pensare che Stefania Giannini si è presa la briga persino di aderire al Pd per contrabbandare meglio la solita pratica delle assunzioni clientelari come se fossero incisive riforme.

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Corre voce che a Maurizio Landini una nota rete televisiva abbia offerto di condurre una rubrica di vita in diretta dal titolo ‘’L’amaro fiele’’.

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Non fatevi ingannare. Quando Pippo Civati e Stefano Fassina affermano che la maggioranza non può cambiare la Costituzione da sola e che loro, in un’Aula falcidiata dall’Aventino, non entreranno più, non è perché siano diventati all’improvviso dei nostalgici del Patto del Nazareno (che peraltro stipulerebbero volentieri con il Sel e il M5S). In realtà, temono di essere chiamati un giorno a rispondere di attentato alla Costituzione.

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Tsipras? No, grazie.



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