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Massimo Cioffi, ecco le idee “elettriche” del nuovo dg Inps voluto da Boeri

Che la scelta di Tito Boeri alla presidenza dell’Inps potesse mettere in discussione il rinnovo del mandato del Direttore Generale Mauro Nori era considerato scontato. Non era invece del tutto scontato che la nomina, il 18 febbraio, a Direttore Generale facente funzione del Direttore Centrale delle Entrate dell’Istituto, Antonello Crudo, potesse durare solo pochi giorni.

Comunque le fibrillazioni nella tecnostruttura per la possibile scelta di un esterno si sono dimostrate sostanzialmente fondate con la prossima nomina di Massimo Cioffi a Direttore Generale dell’Istituto. Proposto da Boeri, il prossimo dg, già indicato dal Ministro del Lavoro Poletti, sarà a giorni operativo con la firma del Decreto Ministeriale.

IL CURRICULUM

Bocconiano come Boeri, 55 anni, Massimo Cioffi entra in Olivetti nel 1995 come Responsabile dell’Organizzazione e Sviluppo delle Risorse Umane. Nel 1997 approda a Italcementi per svolgere lo stesso ruolo ricoperto in Olivetti. Ma è nel 1999 che mette piede per la prima volta in Enel, svolgendo nuovamente il ruolo di Responsabile dell’Organizzazione e Sviluppo delle Risorse Umane. Dopo una parentesi iniziata nel 2003 come capo del personale di Terna, ritorna in Enel nel 2006 come Direttore del Personale e Organizzazione. Nell’ambito della stessa azienda, diventa membro dei consigli di amministrazione di sette società del gruppo. Ricopre anche la carica di presidente di Sfera, società sempre del gruppo Enel che si occupa di formazione e valorizzazione delle risorse umane, oltre a importanti incarichi nella società elettrica spagnola Endesa e in quella slovena Slovenské Elektrárne.

LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE IN ENEL

Una carriera, quindi, sviluppatasi prevalentemente in Enel dove ha dovuto gestire lo sviluppo di sistemi e processi di gestione delle risorse umane di un’azienda che in pochi anni partendo da una tranquilla situazione di monopolio sul piano nazionale è diventata una multinazionale presente in 40 Paesi.

Cioffi inizia a diventare noto ai più nel 2011 per aver gestito, in un periodo di generalizzata flessione occupazionale, l’ingresso di 900 giovani in azienda, a cui se ne sono aggiunti alla fine del 2013 altri 1500. Contestualmente ha realizzato un processo di prepensionamento volontario per 3500 lavoratori.

Infatti, il prossimo dg dell’Inps è stato in Enel l’uomo che sul fronte delle risorse umane ha gestito un cambiamento quasi epocale. Dal 1999 è avvenuto la scorporo della rete con la nascita di Terna ed è stata avviata la privatizzazione dell’azienda nata proprio da una nazionalizzazione nel 1962. I dipendenti in Italia sono passati da 72.500 nel 2000 a 36.800 nel 2013 nonostante 10.500 nuovi ingressi. “Erano tutte persone difese dall’articolo 18 e, nonostante questo, abbiamo avuto solo tre giorni di sciopero in 12 anni” aveva dichiarato Cioffi.

L’EFFICIENZA OPERATIVA

Convinto che “soprattutto in periodi difficili come questo sia necessario avere una visione chiara di dove vogliamo arrivare, degli obiettivi che ci prefiggiamo, delle risorse che abbiamo a disposizione e dei possibili rischi che possiamo correre”, la sua vera “ossessione” – come emerge in un’intervista del 2010 – è l’efficienza operativa, intesa anche come attenzione al ricambio generazionale, testimoniato dalle “continue assunzioni degli ultimi anni che non si interromperanno anche in questo difficile periodo”, e alla formazione del personale “in controtendenza rispetto a molte aziende che in questo momento hanno preferito tagliare” su un fattore che lui, al contrario, ritiene “vitale per garantire un futuro di successi”.

Il tutto attuato anche attraverso un modus operandi che Cioffi racconta così: “Penso che chiunque operi nelle risorse umane debba saper ascoltare il doppio di quanto parla: in fondo abbiamo due orecchie e una bocca sola…”.

La sua filosofia è ulteriormente esplicitata nella conversazione contenuta nel libro di Aldo Canonici “L’economia dei talenti” (Franco Angeli, 2012): “Elemento chiave del nostro modo di affrontare l’incertezza è considerare il cambiamento come un processo evolutivo, perché vogliamo essere sempre più competitivi e diventare “the best company in the world”. È questa la nostra ambizione e per realizzarla dobbiamo puntare sulle persone, offrendo loro le migliori opportunità di sviluppo e la portabilità delle competenze sviluppate.“

SUGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI

Già nel 2010, il prossimo dg dell’Inps dichiarava che gli ammortizzatori sociali “hanno fatto il loro dovere, attenuando l’impatto della crisi produttiva, tuttavia presentano una serie di smagliature, tra le quali, la loro totale passività. Stiamo parlando, infatti, di strumenti che non prevedono un impegno a favore dei lavoratori sospesi ai fini della loro reimmissione nel mercato del lavoro: penso che sarebbe più opportuno calibrare l’impianto verso formazione e rioccupabilità. Un altro punto critico dell’attuale sistema è che si rivolge solo a coloro, che hanno già un impiego, lasciando senza tutele chi non ha un lavoro. In definitiva, ritengo che sia importante pensare alle nuove generazioni in cerca di occupazione, che oggi si affacciano al mondo del lavoro: è chiaro che gli attuali ammortizzatori non aiutano la loro collocazione.”

SUL MERCATO DEL LAVORO

“Penso si debba trovare la soluzione migliore”, dichiarava sempre Cioffi nel 2010 riguardo al mercato del lavoro, “che possa convincere le imprese a superare remore o paure, avviando un processo di stabilizzazione per i propri dipendenti a tempo determinato. In questo momento il tessuto imprenditoriale nazionale è soffocato dal prezzo eccessivo da pagare per trattenere il personale: faccio riferimento alle eccessive tutele che portano all’irrigidimento e alla cristallizzazione del rapporto di lavoro. Oggi la vera sfida è nella formazione e nello sviluppo delle risorse umane tramite l’aggiornamento e l’incremento di competenze e professionalità. Quello che voglio dire è che a determinate condizioni “interessanti” c’è sicuramente un vantaggio, anche per il datore di lavoro medio-piccolo, ad accettare la stabilizzazione dei suoi dipendenti.”

SUL SINDACATO

Riguardo al sindacato, invece, “quando si occupa di lavoro, può incidere favorevolmente sugli assetti socio-economici del Paese, detto ciò bisogna riconoscere che fino a poco tempo fa le associazioni di categoria erano il massimo del potere formale in Italia senza essere veramente rappresentative dei loro iscritti, riuscendo comunque a influenzare gli assetti macroeconomici nazionali. In questo momento, le organizzazioni sindacali sono ritornate a occuparsi del tema principe che dovrebbe caratterizzare il loro operato: il lavoro. Per esempio, ora che in Italia si registrano grossi problemi di produttività, il sindacato dovrebbe diventare un prezioso alleato ed esaminare con le imprese la realtà, per trovare una soluzione valida e condivisa; se questo periodo di recessione ha obbligato le sigle sindacali a tornare a occuparsi innanzitutto del lavoro, facciamo diventare questo momento un’opportunità per costruire un dialogo comune con le aziende.”

UNA NUOVA STAGIONE?

Si sta aprendo quindi per l’Inps una nuova stagione all’insegna della discontinuità, che avrà come artefici il nuovo Presidente Tito Boeri e il manager che ha introdotto in Enel pratiche innovative come l’indagine sul clima lavorativo e il sistema di gestione del talento?



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