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Buona Scuola, perché il mondo cattolico sbuffa

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Il mondo delle scuole cattoliche è cauto sulle detrazioni fiscali per le famiglie che mandano i loro figli negli istituti paritari. Padre Macrì, presidente della federazione che raggruppa le scuole d’ispirazione cristiana, esprime fiducia ma teme che il provvedimento durante il cammino parlamentare venga depotenziato o addirittura cassato.

Se si escludono Sel e Movimento Cinque Stelle, nettamente contrari, le forze politiche si dividono trasversalmente sullo strumento fiscale. Fa eccezione Area Popolare che conta al suo interno due personaggi chiave: il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi (qui una sua intervista a Formiche.net prima dell’ultimo consiglio dei ministri) e il viceministro all’Economia Luigi Casero.

Dunque un compromesso potrebbe affondare nelle aule Montecitorio e Palazzo Madama. Ma forse meno successo lo avrebbe avuto un aumento del contributo statale, ora a 472 milioni e in calo da un decennio a questa parte.

La proposta del governo prevede uno sgravio al 22% per un massimo di 4 mila euro ad alunno. Bisognerà vedere se il calo di gettito per l’erario, poco meno di 400 milioni, supererà l’esame della Ragioneria generale dello Stato e il via libera politico del Mef, il ministero dell’Economia e delle Finanze.

Nella bozza di decreto, rottamata poi dal governo, infatti non c’è traccia di indicazioni sulla copertura finanziaria. Il rischio, poi, è che rimangano escluse quelle famiglie che hanno redditi bassi e soprattutto gli incapienti.

Comunque, per ora, il fronte cattolico sta a guardare e lavora sul fronte diplomatico informale per cercare di ampliare il più possibile il fronte dei favorevoli. Famiglia Cristiana infatti si chiede: “un bluff o è #lavoltabuona?”. Se il dibattito parlamentare per una riforma di questa portata, quella della scuola, è auspicabile “il rischio – evidenzia il settimanale cattolico – è che i provvedimenti si perdano per strada, detrazioni comprese”.

L’agenzia dei vescovi, il Sir, promuove l’impianto della riforma, seppur con riserva e l’annuncio sulle paritarie. E’ “convincente”, scrive il direttore Domenico Delle Foglie riconoscendo al Governo e al ministro “l’impegno a farne oggetto di ampio dibattito, nella speranza che il Parlamento lo faccia proprio, per il bene delle famiglie e della scuola italiana”.

Ma le paritarie potrebbero beneficiare anche della detrazione al 65% previste per il cosiddetto “School Bonus”, ovvero le erogazioni liberali di chi decide di aiutare le scuole del sistema per interventi di costruzione e ristrutturazione. Niente da fare invece per il 5 per mille, riservato solo agli istituti statali. È pure vero che così si natura il dna di questo strumento, pensato inizialmente per ONLUS e associazioni benefiche.

Insomma, il governo cerca soldi perché l’operazione #scuolebelle per ora si è rivelata solo un’operazione per piccole manutenzioni, e i fondi per interventi più strutturali, anche martedì si sono staccati calcinacci dal soffitto di un’elementare a Bagheria, sono limitati. Si calcola infatti che circa il 30% delle scuole italiane abbiano problemi legati alla sicurezza.

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