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Buona Scuola renziana, la difesa (a metà) di Raffaele Vignali (Ncd)

Una battaglia di centrodestra portata avanti da governi guidati dalla sinistra. E’ il singolare destino della parità scolastica, introdotta in Italia nel 2000 con il governo D’Alema tramite la legge dell’allora ministro Luigi Berlinguer. Il copione si è in parte ripetuto la settimana scorsa con l’approvazione in Consiglio dei ministri del ddl Buona Scuola voluto dal premier Matteo Renzi. Si tratta di un provvedimento che “dopo l’inserimento della norma sulla parità giuridica, per la prima volta dopo 15 anni interviene sulla parità economica tra scuole statali e scuole paritarie”. Lo sottolinea Raffaello Vignali, deputato Ncd, e non senza un pizzico di orgoglio. Perché, come rimarca in questa conversazione con Formiche.net, “le detrazioni per le paritarie sono un altro risultato ottenuto dalla componente di centrodestra al governo”.

DETRAZIONI PER LE PARITARIE, BENE IL PRINCIPIO

Dall’associazionismo cattolico è arrivato però un chiaro avvertimento: così non basta. Il tetto di 400 euro annui di spesa ammissibile alle detrazioni e la mancata estensione alle scuole superiori hanno suscitato dubbi e polemiche. Vignali ne è consapevole, si dice pronto a lavorare per intervenire in sede di discussione parlamentare, ma invita a non perdere di vista un punto essenziale: “Sul fronte della parità scolastica abbiamo compiuto un passo enorme, è passato il principio che occorrono anche interventi economici per garantire la libertà di scelta educativa alle famiglie”. E questo “al di là dell’importo della detrazione. Può essere anche minima – incalza – fino all’1%, ma ci deve essere, lo Stato deve riconoscere che è giusto detrarre le spese per permettere di scegliere la scuola migliore per i propri figli. Solo adesso ha iniziato a farlo”.

IL “PEDAGGIO” PAGATO ALLA SINISTRA

L’esclusione delle scuole secondarie di secondo grado dalle detrazioni è “un pedaggio che credo Renzi abbia pagato alla sinistra interna al Pd”, spiega Vignali nei giorni in cui si fa incandescente il tema all’interno di Ncd su se e come restare al governo. Decisive, a quanto pare, le proteste contro il rischio di agevolare “diplomifici” ed “esamifici” che però, secondo il deputato, “si combattono con i controlli del Ministero”. Detto ciò, “su questo punto noi di Ncd non molliamo, quando il ddl arriverà in Parlamento avanzeremo le nostre proposte emendative. Preferisco che le detrazioni siano all’1% ma che il principio passi per tutti, piuttosto che vengano escluse alcune categorie scolastiche, anche se le superiori rappresentano la parte minore nel mondo delle paritarie. Quando poi ci saranno le risorse – annuncia l’esponente alfaniano – si ragionerà sull’aumento del tetto di spesa ammissibile, ma al momento la situazione dei conti pubblici non ce lo consente”. Per questo a chi avanza critiche dall’associazionismo cattolico, Vignali manda a dire che “bisogna avere un po’ di realismo e riconoscere come sia la prima volta che si fa un intervento del genere in Italia; per ora l’importante è che passi il principio, poi nelle prossime leggi di stabilità lavoreremo sulle risorse”.

QUEL CHE NON HA FATTO BERLUSCONI LO FA RENZI

Ho trascorso la scorsa legislatura in maggioranza col governo Berlusconi. Ogni anno dovevamo fare la battaglia per inserire nella legge di stabilità le risorse per le paritarie che non c’erano mai. Berlusconi durante la trattativa ci sosteneva, ma da tanti c’era molta timidezza per quello che veniva ritenuto un tema impopolare” ricorda Vignali. In poche parole, “il centrodestra al governo ha sempre fatto delle promesse su questo tema, scriveva nei programmi di adoperarsi per la parità scolastica, salvo poi non fare mai niente nel concreto”. Tutt’altra storia con l’ex rottamatore fiorentino. “Con Renzi si discute ma si riesce a intervenire, e infatti si è arrivati a un risultato grazie a una battaglia portata avanti da Ncd”.

RIFORMA APPROVATA PRIMA DELL’ESTATE

Le condizioni per marciare spediti verso l’approvazione del ddl in Parlamento ci sono tutte. “Noi lavoreremo per creare un’ampia maggioranza – spiega Vignali – e non credo che vedremo particolari ostruzionismi. La riforma contiene anche il provvedimento di assunzione per oltre 100mila precari, dubito che l’opposizione di sinistra abbia interesse a bloccarla”. Motivo per cui il deputato del Nuovo Centrodestra si dice convinto che “in tre o quattro mesi al massimo si arriverà all’approvazione definitiva delle Camere”. D’altronde, chiosa, “sarebbe curioso se Forza Italia o la Lega votassero contro le detrazioni alle paritarie, e credo che anche nel Pd ci possa essere margine per allargare il provvedimento alle scuole superiori”.

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