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Che cosa serve al Teatro San Carlo di Napoli

Per far ritornare il Teatro San Carlo di Napoli ai fasti del passato si candidano a fare la loro parte anche i giovani di Confapi, la confederazione italiana della piccola e media industria privata.

Ecco cosa ha scritto questa mattina il presidente nazionale Angelo Bruscino al Comitato d’indirizzo del Massimo Napoletano:

“Gentili componenti del Comitato d’Indirizzo, sto seguendo con interesse le polemiche che affliggono in queste ore il Teatro San Carlo e il dibattito che si è creato sulla scelta del nuovo Sovrintendente del Teatro. Da cittadino di Napoli, amante dell’arte, della musica e della cultura nelle sue più alte forme, ma soprattutto in veste di imprenditore che ha anche aziende in Campania e di Presidente Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confapi, mi sento di intervenire sull’argomento”.

COSA E’ ANDATO STORTO

“Più di tutte mi ha colpito la candidatura del comunicatore e manager culturale Roberto Race, forse perché più vicino a me per età, per visione e per concretezza”, ha scritto Bruscino, passando poi ad analizzare le scelte compiute al San Carlo:

“Per quanto sia un grande estimatore del nostro teatro non posso certo dire che negli ultimi anni si sia dimostrato al passo con i tempi, per le scelte che sono state attuate e messe in campo, non è stato in grado, fino ad ora, di ragionare con logiche moderne.”

IL CONFRONTO CON LA SCALA

“Mi permetto un paragone – continua Bruscino – con il Teatro La Scala, che deve il suo successo a livello internazionale anche alla scelta di direttori artistici più giovani, brillanti e lungimiranti nell’elaborazione dei progetti o alla felice gestione del Museo del Louvre a Parigi, che sa “prestarsi” al mondo delle imprese”.

COSA DEVE CAMBIARE

“E’ la gestione dei processi che deve cambiare, la vision, attraverso il rilancio del San Carlo si potrebbe rilanciare l’immagine dell’intera Napoli a livello nazionale e nel mondo.
Condivido pienamente poi l’idea delle sponsorizzazioni, ma come dice Race, non fredde donazioni economiche, che fatte così non servono né a chi le fa né a chi le riceve, ma al coinvolgimento attivo delle PMI nella realizzazione di progetti dinamici, innovativi, contingenti”.

L’AUGURIO

Infine le conclusioni: “Personalmente mi auguro che quella di Roberto Race non sia solo una provocazione e non sia percepita all’esterno solo come tale, ma sia vista come una concreta alternativa ai vecchi schemi obsoleti ed incapaci ormai di dare risposta al nostro mondo che viaggia a mille all’ora. E mi auguro che ci siano anche altre candidature come quella di Race con chiare esperienze manageriali e nel mondo del marketing e della comunicazione”, ha concluso  il presidente nazionale di Confapi.


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