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Ecco il tragico errore dei magistrati su Berlusconi

La Suprema Corte di Cassazione, confermando nel processo Ruby la sentenza della Corte d’Appello, ha assolto in via definitiva, per ambedue le imputazioni, Silvio Berlusconi.

La Procura di Milano, che aveva impiegato in quest’indagine uomini, mezzi e risorse all’altezza di una grande inchiesta contro la criminalità organizzata, dovrebbe domandarsi se è stato conveniente trasformare in reati i vizi assurdi dell’ex Cav.

Così hanno ridotto a un perseguitato di giustizia (il tribunale lo aveva condannato a sette anni, più del doppio della pena erogata, di solito, a chi commette da ubriaco un omicidio stradale), un vecchio signore che – con le sue frequentazioni, le sue telefonate e le sue clamorose bugie – si era coperto di ridicolo davanti all’opinione pubblica mondiale (la più severa delle sanzioni per un personaggio politico).

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Di Renato Brunetta si può dire di tutto, ma non che non sia stato coerente nelle critiche a Matteo Renzi e alle sue riforme (istituzionali soprattutto), mentre i suoi colleghi si concedevano ampi giri di valzer con Maria Elena Boschi. Nella dichiarazione di voto alla Camera Brunetta ha potuto finalmente esprimersi in sintonia con Silvio Berlusconi, alla faccia dei 18 deputati forzisti reggicoda del premier. Purtroppo l’ex Cav cambierà di nuovo – e più volte – la linea di condotta. Ma Renato, martedì, ha potuto affermare: ‘’Stasera ho vinto anch’io’’.

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Da mesi la via principale di Bologna, quella che va a sbattere sulle Due Torri, è un cantiere a cielo aperto. Ciò comporta disagi alla circolazione dei mezzi pubblici e lamentele dei commercianti. Il fatto è che l’impresa appaltatrice (un ‘’colosso’’ del settore produzione e lavoro della Lega Coop) rischia il fallimento con inevitabili ripercussioni anche di natura sindacal-conflittuale – in conseguenza dei piani di risanamento – sull’occupazione e sull’ordinato svolgimento delle opere. Il colpo di grazia alla cooperativa glielo ha dato – ben oltre la crisi delle costruzioni – una giovane sindaca Pd di S.Lazzaro di Savena, che, all’insegna del ‘’No alla colata’’ ha fatto saltare, nella frazione di Idice, un insediamento urbano di ben 500 appartamenti, deciso dalla Giunta precedente, anch’essa saldamente di sinistra. Per ottenere quell’esito la sindaca non si è limitata a sostenere le ragioni dell’ambiente, ma ha ventilato anche di aver ricevuto delle minacce. Così tutti si sono schierati con lei. Ovviamente, queste considerazioni non sono rivolte ad attribuire delle ragioni o dei torti. Mi accontento solo di far notare come muore un sistema di potere e a segnalare perché, il 23 novembre, il 63% degli emiliano-romagnoli ha disertato le urne.

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