Egitto e Italia sono sempre più vicini, tanto sul versante geopolitico quanto su quello economico. Nel primo caso sono le sintonie libiche a farsi sentire. Nell’ex Regno di Muammar Gheddafi, Il Cairo, che sostiene il governo di Tobruk, ha un’influenza molto forte. Per quanto riguarda gli affari, invece, il premier Matteo Renzi è l’unico leader dell’Unione europea presente al Forum economico di Sharm el Sheikh che si concluderà domani e che oggi ha visto siglare oggi una nuova intesa tra i due Paesi, questa volta di carattere energetico.
L’INTESA DI ENI
Il ministro del Petrolio e delle Risorse minerarie del Cairo, Sherif Ismail, e l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, hanno firmato oggi un accordo quadro per sviluppare le risorse petrolifere del Paese e, allo stesso tempo, salvaguardare il ritorno degli investimenti del Cane a sei zampe. In Egitto Eni è presente dal 1954, dove opera attraverso la controllata Ieoc, ed è il principale produttore con una produzione equity pari a circa 210 mila barili di olio equivalente al giorno.
GLI INVESTIMENTI
L’intesa prevede investimenti totali per un valore stimato di circa 5 miliardi di dollari. Questo denaro, che sarà speso nella realizzazione di progetti nei prossimi 4 anni, è finalizzati allo sviluppo di 200 milioni di barili di olio e circa 37 miliardi di metri cubi di gas, che contribuiranno anche a sostenere la domanda interna egiziana.
NUOVI PARAMETRI?
L’accordo quadro pone anche le basi per discutere alcuni parametri contrattuali, inclusi l’applicazione di un nuovo prezzo gas ove necessario, ed estensioni temporali di alcune concessioni per garantire adeguati livelli di redditività ad alcune iniziative di Eni nel Paese distribuite nelle aree del Golfo di Suez, nel deserto occidentale e nell’offshore del Mediterraneo.
LE PAROLE DI CALENDA
“Le imprese italiane – ha detto all’agenzia Nova il viceministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, a margine della cerimonia per la firma del memorandum d’intesa – stanno lavorando in Egitto ad accordi che valgono circa 2,5 miliardi di euro. Fino ad ora“, ha spiegato, “non è stato definito l’esatto ammontare degli investimenti che le aziende italiane intendono garantire all’Egitto. Fincantieri svilupperà progetti relativi alle costruzioni navali, e Ansaldo, oltre a Italcementi, azionista di maggioranza di Suez Cement, darà vita a un impianto per la produzione di energia eolica“.