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Forestale: «Salviamo i paladini del verde»

Il corpo di polizia verde – la Forestale – potrebbe cadere sotto la scure della riorganizzazione o addirittura dell’assorbimento e in Abruzzo, come nel resto d’Italia, in tanti saltano sulle sedie. «Smantellare il Corpo Forestale dello Stato è una follia e noi faremo di tutto per impedire questo scempio, a cominciare dalla risoluzione che presenteremo già nel prossimo Consiglio Regionale», ha annunciato il consigliere regionale di Forza Italia, Emilio Iampieri. Ma i dubbi serpeggiano anche tra i cittadini comuni che, in una regione che vorrebbe fare dell’ambiente il proprio baluardo, si sono abituati a vedere i forestali in prima linea in molti contesti. Non ultimo il sisma del 2009, sia nell’emergenza che nelle fasi successive.

Forestale a cavallo L'Aquila
Forestale a cavallo L’Aquila

Ad annunciare che le cinque forze di polizia a competenza nazionale potrebbero ridursi è stato il premier Matteo Renzi e che il candidato a sparire sia proprio il Corpo Forestale è indicato nel Ddl sulla riforma della Pubblica amministrazione all’esame del Senato, dato confermato anche dal ministro Marianna Madia. Il Ddl del Governo ha in particolare messo nero su bianco «la razionalizzazione delle funzioni di polizia al fine di evitare sovrapposizioni di competenze e di favorire la gestione associata dei servizi strumentali», prevedendo la riorganizzazione delle funzioni del Corpo forestale «ed eventuale assorbimento delle medesime in quelle delle altre Forze di polizia, ferma restando la garanzia degli attuali livelli di presidio dell’ambiente e del territorio e la salvaguardia delle professionalità esistenti». La commissione Affari Costituzionali del Senato ha già dato in questi giorni il suo parere positivo alla riorganizzazione del Corpo e al suo assorbimento nelle altre forze di polizia.

Ma perché la scure è destinata a cadere proprio sul Corpo Forestale dello Stato, l’unico corpo di polizia specificamente addetto a compiti di tutela ambientale? «Nelle forze di polizia – ha spiegato il ministro Madia – vogliamo superare le duplicazioni e pensiamo che in quest’ottica di razionalizzazione, quindi anche delle catene di comando, cinque corpi di polizia siano troppi. Per questo motivo abbiamo previsto di assorbirne uno scegliendo in base ad un criterio razionale; ovvero scegliendo quello che proprio da un punto di vista numerico è il più piccolo e lo è di gran lunga rispetto agli altri quattro giacché rappresenta un quinto della Polizia penitenziaria, che è il quarto. Tengo a sottolineare, in ogni caso, che si tratta di un assorbimento teso a razionalizzare la sola catena di comando e non le funzioni fondamentali di tutela della natura, del territorio che oggi il Corpo forestale svolge».

«Oggi in Italia operano circa 305mila addetti alla pubblica sicurezza e tra i 105mila dei Carabinieri, i 95mila della Polizia di Stato e i 38mila della Penitenziaria in effettivo servizio, è molto singolare che il governo pensi di risolvere il problema eliminando le 7mila unità del Corpo forestale», spiega Danilo Scipio, segretario nazionale dell’Ugl Corpo forestale dello Stato, secondo cui «l’esigenza dello spot ha prevalso sulla logica e il buonsenso». «La situazione paradossale che si verrà a creare – aggiunge il sindacalista – è che se dovesse sparire il Corpo forestale dello Stato rimarrebbero comunque 5 Corpi forestali delle regioni a statuto speciale. Questo per dare il senso della razionalità del disegno che si sta perseguendo».

Il sistema di sicurezza nazionale italiano è molto complesso e nel corso degli anni in tanti hanno provato a suggerire modifiche, ipotizzando anche soppressioni ed accorpamenti, ma le iniziative non hanno poi avuto esito. Dietro una matassa molto intricata di competenze, dipendenze e attività, ci sono secoli di storia. I Carabinieri hanno 200 anni di vita, la polizia 162. Il Corpo forestale affonda le sue radici nel 1872 e la penitenziaria ha le sue origini nel 1817. Difficile scegliere dove posizionare la gomma per cancellare.

La maggior parte delle critiche piovute sul governo riguarda l’effettiva utilità, in termini di spending review, dell’eventuale assorbimento del Cfs in altre forze di polizia e l’impatto che questo avrebbe sulla tutela ambientale e del territorio. Il Corpo forestale è infatti specializzato nella tutela ambientale ed alimentare e vanta un know-how specifico in settori vitali e decisivi per il Paese. Secondo alcuni sembrerebbe più sensato ipotizzare un accorpamento, se proprio necessario, tra corpi che si muovono su ambiti di intervento analoghi, come la polizia e l’arma dei carabinieri.

«La riforma dei Corpi di Polizia deve rendere l’apparato sicurezza più efficiente superando le duplicazioni di funzioni e garantendo comunque la presenza capillare sul territorio degli operatori, evitando inutili accorpamenti che non garantiscono la migliore risposta delle istituzioni ai cittadini», sostengono i sindacati Sapaf, Ugl, Snf, Fp Cgil, Fns Cisl, Uil-Dirfor e Up che lanciano un appello ai cittadini per dire ‘no’ all’accorpamento del Corpo Forestale dello Stato in vista della manifestazione nazionale in programma martedì a Roma. «Il Corpo forestale – si legge in una nota – deve essere riorganizzato e deve dedicarsi esclusivamente a svolgere le predette funzioni strategiche di tipo ambientale ed agroalimentare, funzioni queste di straordinaria importanza volte a garantire il bene comune dei cittadini, eliminando nel contempo funzioni ed attività che rappresentano duplicazioni e sovrapposizioni con altri Corpi dello Stato. Ipotesi di accorpamenti sono di fatto semplificazioni che non vanno nella direzione di valorizzare i servizi e creare chiare sinergie tra i vari Corpi e Amministrazioni, ma avranno invece il solo effetto di eliminare funzioni ed abbassare il livello e la diffusione dei controlli di legalità sul territorio del Paese». «Per tali ragioni chiediamo al Parlamento e al Senato – si legge ancora nella nota – luogo di decisione del Ddl sulla riorganizzazione delle Amministrazioni Pubbliche di ascoltare la voce degli operatori che hanno come mission istituzionale proprio la garanzia della sicurezza e l’interesse di contribuire a rendere i servizi migliori». «Ci appelliamo a tutte le associazioni ambientalistiche – concludono i sindacati – alle istituzioni locali, ai parlamentari alle persone di buona volontà che hanno a cuore l’ambiente, il territorio ed una migliore qualità della vita, di sostenerci in questa battaglia di civiltà».

Il “No alla soppressione del Corpo Forestale dello Stato” intanto è diventato anche una petizione su Change.org: un’iniziativa individuale cui hanno aderito associazioni ambientaliste, enti e personalità pubbliche.

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