Nella telenovela del rinnovo del consiglio di amministrazione di Rcs, che in verità appassiona più i giornalisti che i piccoli azionisti e i lettori non solo del Corriere della Sera, si sta programmando una puntata a sorpresa. Quella dei giornalisti che danno la pagella ai futuri membri del cda.
Per carità, il comitato di redazione del quotidiano rizzoliano diretto ancora per poche settimane da Ferruccio de Bortoli avranno i loro buoni motivi per bocciare il presidente di Banca Leonardo, Gerardo Braggiotti, come si evince dal comunicato pubblicato oggi sulla versione cartacea del Corriere della Sera e anche sul Corriere.it.
D’altronde sul controverso affaire Recoletos i giornalisti del Corsera hanno da tempo acceso i riflettori. Dunque il nome di Braggiotti che fu advisor finanziario di quell’operazione non poteva non suscitare l’interesse e le critiche del comitato di redazione, che ha vivisezionato così la lista in preparazione da parte di Fiat e Mediobanca e su cui c’è l’assenso anche del socio scalpitante, ma forse un po’ ammansito, Diego Della Valle. Una lista che punta a confermare l’ad, Pietro Scott Jovane, a nominare presidente Maurizio Costa, già capo azienda di Mondadori, su cui sono arrivati gli strani di Urbano Cairo.
Ma in quale altra azienda – quotata o meno, del settore primario, secondario o terziario – succede che i sindacati interni siano le pagelle preventive ai candidati al consiglio di amministrazione?
Ecco il comunicato integrale del cdr del Corriere della Sera
Nella lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione concordata dai principali azionisti di Rcs MG, società che controlla il Corriere della Sera, figura il presidente del Gruppo Banca Leonardo, Gerardo Braggiotti. Il Comitato di redazione, in rappresentanza dei giornalisti del Corriere della Sera, solleva un dubbio di opportunità.
Braggiotti con la sua Banca Leonardo è stato una delle figure centrali nella disastrosa acquisizione del gruppo spagnolo Recoletos per 1,1 miliardi di euro, operazione dalla quale – come ha reso noto la stessa Rcs Mediagroup – sono scaturite perdite per oltre 846 milioni di euro. Perdite che ancora oggi hanno pesantissime ricadute: dai tagli all’organico di giornalisti e dipendenti di tutto il gruppo alla vendita della sede storica di via Solferino. Fino ad arrivare alla ventilata cessione di Rcs libri.
Su Recoletos, Banca Leonardo – come rispose Rcs nel corso dell’assemblea dei soci del 2 maggio 2012 – «si propose in qualità di advisor finanziario di Rcs nell’operazione di acquisizione, essendo a conoscenza diretta dell’intenzione degli azionisti di Recoletos di cedere la società». Per la sua attività, la banca percepì un compenso di 4 milioni di euro, e le conseguenze di quella sciagurata consulenza sono tuttora evidenti: la posizione finanziaria di Rcs Mediagroup è gravata da debiti che sfiorano i 500 milioni. Alla luce dei fatti, ci sembra quantomeno singolare che nella lista di maggioranza venga indicato dagli azionisti proprio il nome di chi ha contribuito a determinare l’attuale situazione economica del gruppo, aspetto che – trattandosi di soldi loro – dovrebbe stare a cuore agli azionisti.
Oltre a questo, ci sembra assolutamente poco opportuno che chi ha avuto un ruolo così importante nell’affare Recoletos venga poi chiamato, come membro del Cda, a decidere su come porre rimedio a quel «buco», valutando l’ipotesi di cessione di Rcs Libri, e intervenga su scelte strategiche come la nomina del nuovo direttore. I giornalisti del Corriere della Sera attendono ancora seri piani di rilancio della testata da parte dell’azienda e sottolineano con fermezza la necessità di una gestione lineare e cristallina.