Le prestazioni assistenziali erogate dall’Inps sono almeno una quarantina, andando dagli assegni sociali e dalle pensioni minime fino a decine di tipologie assistenziali rivolte ai disabili, ai non autosufficienti, agli invalidi civili e di guerra e ai loro superstiti.
Tra le provvidenze legate alla condizione economica dei beneficiari, ricordiamo: pensioni sociali, assegni sociali, integrazioni al minimo, maggiorazioni sui trattamenti pensionistici, assegno per il nucleo familiare, assegno di maternità.
Tra le prestazioni economiche legate alle varie disabilità, ricordiamo: l’assegno mensile di assistenza agli invalidi civili; la pensione di inabilità ai sordomuti, ai ciechi; gli assegni mensili; la corresponsione di indennità varie: le indennità di accompagnamento a favore degli invalidi civili totali; le indennità di frequenza per i minori di 18 anni; le indennità di comunicazione per i non udenti; le indennità speciali per ciechi, parziali e totali, giovani e vecchi…
Insomma, un coacervo di erogazioni, frutto di norme varate nei decenni e prive, oggi, di una vera e stringente sintesi, quali-quantitativa.
Mancando una visione di insieme (che – colpevolmente – la politica ha evitato di fare) non si può non restare disorientati dalla massa normativa informe.
Pensate, il solo assegno mensile di assistenza agli invalidi civili è il frutto di ben 11 riferimenti normativi, dalla legge 11 del 1971 al DMLavoro n. 70657 del 19/03/2013.
La pensione di inabilità è regolata da ben 9 norme successive (1971-1998). La pensione ai sordomuti poggia su 8 provvedimenti normativi (1970-1991); quella ai ciechi su 7.
Le indennità sopra citate sono normate da ben 32 tra leggi e decreti ministeriali. Le pensioni sociali, invece, da sole otto leggi ( 1969-1999); gli assegni sociali, da 4 leggi ( 1995-2998), così come le integrazioni al minimo.
(4/continua)