Una volta ancora, dopo il Rapporto Lunacek dello scorso anno, il Parlamento Ue ha deciso apertamente di violare il principio cardine della competenza e della sussidiarietà dei singoli Paesi in materia di famiglia. L’ideologia dominante, oltre a “inventare nuovi diritti umani”, distrugge a poco a poco i pilastri su cui poggia il patto fondativo che tiene unita la stessa Unione europea. Le unioni civili e il matrimonio tra persone dello stesso sesso sarebbero un diritto umano.
A dirlo è il Parlamento europeo che ieri ha approvato a larga maggioranza (390 sì, 151 no e 97 astensioni) la «Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo», curata dall’europarlamentare del Pd Pier Antonio Panzeri. Con cui, al punto 162, si «incoraggiano governi e istituzioni a contribuire alla riflessione sul riconoscimento di queste unioni». Un documento che ha diviso il voto degli europarlamentari del Partito Democratico. Gli effetti di questo rapporto saranno nulli certamente sotto l’aspetto legale e vincolante. Esso assume però un valore simbolico, confermando la forza della lobby Ilga (ampliamente finanziata da Ue e Usa e “filantropi”).
L’Italia è uno degli ultimi nove Paesi dell’Ue – su 28 – a non prevedere alcun tipo di tutela per le coppie omosessuali. Non solo, tra questi nove Paesi molti hanno recentemente confermato il loro diniego alla definizione di “matrimonio tra coppie omosessuali” attraverso consultazioni popolari. La Slovacchia all’inizio di febbraio ha espresso con amplissima maggioranza la previsione costituzionale in favore della unicità del matrimonio tra uomo e donna. La Croazia anni orsono ha votato un Referendum dello stesso segno, la Slovenia lo ha fatto un anno fa.
Il Rapporto Panzeri, amplissimo per temi e argomenti trattati, si spingeva nella sua versione originaria a criticare esplicitamente questi Paesi e addirittura arrivava a criticare la Fyrom, Paese non Ue, per la decisione del Parlamento in linea con il diritto umano alla famiglia e al matrimonio. Questo paragrafo di critica è stato eliminato. Il Rapporto si presenta molto ambiguo, perché ambivalente. Da un lato invita i Paesi a riconoscere questo “supposto diritto umano”, dall’altro dimostra la consapevolezza del rispetto del principio di autonomia e sussidiarietà per gli Stati in materia di famiglia.
Quindi – contro la sussidiarietà, le basi stesse delle Ue e ogni possibile interpretazione del diritto internazionale – ancora una volta il Parlamento Ue ha dimostrato quali siano le sue preoccupazioni. Poche parole sul genocidio dei cristiani, molte scontate affermazioni su diritti umani insaziabili.