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Libia, primo scontro tra Stato Islamico e milizie dell’Alba

Nel pomeriggio di sabato le milizie di Alba della Libia si sono scontrate con le forze locali dello stato islamico, a Nawfaliyah e Harawa, aree a sud est di Sirte.

Da quando il Califfo ha pianificato la sua espansione libica, si tratta del primo episodio, pubblico e di rilievo, del genere.

Alba della Libia è il nome dell’operazione militare che, scattata l’agosto scorso, ha creato un governo provvisorio a Tripoli (guidato da Omar al Hassi), confinando a Tobruk l’esecutivo precedente (e ancora internazionalmente più legittimato). Tra le due macro fazioni in guerra sul suolo libico, l’Alba è considerata quella più vicina alle istanze islamiste: sebbene abbia una certa eterogeneità, al suo interno hanno confluiti gruppi islamici radicali molto prossimi al jihadismo.

Gli scontri sono avvenuti in dure aree che distano una sessantina di km dal centro della città di Sirte, e hanno coinvolto inizialmente la Brigata 166 — l’unità che il governo di Tripoli aveva inviato qualche tempo fa sulla città costiera, e che finora si era tenuta a debita distanza dai soldati dell’IS. Secondo il racconto di testimoni, sarebbero poi sopraggiunti rinforzi da Misurata, che è il principale centro di provenienza delle milizie dell’Alba. Agli scontri contro l’IS avrebbero partecipato anche tribù locali — e pure questa è una notizia, dato che l’area di Sirte, città natale di Gheddafi, è luogo di raccolta di molti uomini dell’ex regime, che scontenti e sopraffatti dal trattenenti ricevuto sotto i governi che hanno seguito la loro estromissione dal potere, dopo la cacciata del Raìs del 2011, si sono ultimamente riciclati con lo Stato islamico (questi collegamenti sono stati più volte retoricamente denunciati anche dal governo di Tripoli). (Nella foto del blogger libico Sami Berriwen, uomini della tribù Awlad Suleiman che in coordinamento con le milizie dell’Alba).

Il portavoce di Alba della, Ismail al Sharki, parlando al media locale al Wasat News, ha dichiarato che negli scontri sarebbero morti almeno 17 miliziani dello Stato islamico, tra cui un comandate di nome Musbah al-Jafiel, conosciuto come “Abu Traab” e l’emiro di Noflia (da poco nominato) Ali Qarqaa. Secondo alcuni fonti locali, invece quest’ultimo sarebbe soltanto ferito; circostanza utile per sottolineare che le notizie che girano sulla vicenda, sono molto faziose, perciò bene parlarne ma ricordando che i fatti potrebbero essere sporcati dalla propaganda. Tuttavia, Reuters ha confermato (per prima tra le fonti indipendenti) molti di quello che è stato riferito dalle fonti locali.

Tra le vittime, sembra ci sia anche Ibrahim Salem Mahrouk, un leader comandate dell’Alba.

Il motivo che sabato ha provocato gli scontri, sarebbe stato il tentativo dell’IS (che controlla aree centrali di Sirte) di espandersi verso la fascia meridionale ad est del centro abitato: attacco a quanto pare respinto. Ma secondo alcuni osservatori, ci sarebbe anche un’azione di ritorsione per il rapimento di Ali alArbi al-Honi, ministro per i Media del governo tripolitano, catturato sabato a Tripoli, in circostanze misteriose. Nell’ex capitale libica, è noto che si stiano muovendo cellule dello Stato islamico, che stanno compiendo attentati e omicidi mirati.

@danemblog

 

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