Il Nuovo Centrodestra adesso rischia la scissione. Le dimissioni (indotte) di Maurizio Lupi da ministro delle Infrastrutture hanno sollevato un polverone interno al partito, prefigurando fuoriuscite da parte di chi contesta una linea troppo supina a Matteo Renzi. E’ proprio il leader Angelino Alfano a finire nel mirino di una rivolta che parte da Milano e dalla Lombardia, con l’ex governatore Roberto Formigoni che esterna tutta la sua insofferenza, ma arriva fino in Campania, dove la capogruppo alla Camera Nunzia De Girolamo si aspettava le dimissioni degli altri ministri ncd (lo stesso Alfano e Beatrice Lorenzin) in difesa di Lupi.
“Angelino mi ha deluso, non doveva cedere alle pressioni di Renzi. Adesso è arrivato il momento di uscire da questo governo”, dice Nicolò Mardegan, 32 anni, avvocato con un passato in An e oggi coordinatore di Ncd sotto la Madonnina. A Lupi, per il quale spende parole di elogio, Mardegan in questa conversazione con Formiche.net rimprovera di “non rendersi conto che Renzi vuole governare da solo, sbaglia chi ancora crede nella bontà di questo governo”. La sua protesta non pare isolata, almeno in Lombardia. Dalla Regione sono infatti il capogruppo Luca Del Gobbo e il consigliere Stefano Carugo a lanciare un ultimatum: “Basta andare a letto con il nemico” tuonano da Tempi.it. Chi è il nemico? Proprio quel Renzi col quale il ministro degli Alfano ha stretto un’alleanza di governo a quanto indissolubile.
“COSTRETTO A DIMETTERSI”
“Lupi non si è dimesso volontariamente, è stato costretto a farlo”, commenta Mardegan. Da chi? “Dal presidente del consiglio, che con poca lealtà ha approfittato di questa situazione per indebolire ulteriormente quei pochi che ancora credono in un governo istituzionale”. Lui, il leader di Ncd a Milano, non è certo tra questi: “Renzi ha deciso di trasformare un governo nato come istituzionale in un governo politico monocolore, motivo per cui sia noi del coordinamento milanese che il capogruppo regionale diciamo ad Alfano che è giunta l’ora di abbandonare l’esecutivo”.
L’AUT AUT AD ALFANO: “O CON NOI O NEL PD”
O con Renzi, o fuori, ormai l’Ncd è arrivato davanti a questo bivio. Mardegan ha le idee chiare. “E’ ora di staccare la spina a questo governo, ritirando i nostri ministri”. I quali però non hanno alcuna intenzione di cedere la poltrona. “C’è una parte di Ncd che vuole sostenere Renzi. A queste persone dico: cari amici, andate direttamente nel Pd, entrate nel suo partito così almeno si fa chiarezza”. Deluso da Alfano, Mardegan è convinto che “se nel momento in cui uno della nostra squadra di governo viene trattato in questo modo, si va da Renzi e gli si dice che lo difenda altrimenti salta l’alleanza, e non importa che numeri abbiamo, quel che conta è la dignità. Solo così ci si fa rispettare, altrimenti si ha solo una leadership debole”.
IL FUTURO (INCERTO) DI NCD E LA QUESTIONE SETTENTRIONALE
E’ dai 4mila amministratori locali che, secondo Mardegan, l’Ncd dovrebbe ripartire. Da quella base “troppo spesso dimenticata, perché ormai il partito si sta trasformando soltanto in un gruppo parlamentare autoreferenziale”. “Se Renzi continua a umiliarti, perché insistere nel fare il suo gioco?”, si chiede il coordinatore milanese di Ncd. “E’ un esperimento fallito, usciamo dal governo e costruiamo il partito da fuori, tornando nei territori”. In questo ragionamento una parte decisiva la gioca l’area settentrionale che “non ha più una sua rappresentanza, eppure il modello del centrodestra unito che c’è in Lombardia è quello vincente”.
A questo punto, “va convocata la direzione nazionale e si decide se stare ancora al governo o meno. Ma bisognerebbe coinvolgere la base in questa scelta”. E se la maggioranza di Ncd decidesse di non mollare Renzi? “Ci sarebbero tantissimi che dovranno valutare seriamente il da farsi per il loro futuro, e io sarei tra questi. Non ho intenzione di mortificare ancora di più la nostra classe dirigente con questa linea filo-renziana che tradisce il motivo per cui siamo nati”.
LA SFIDA TRA ALFANO E LUPI
Come ipotesi estrema, Mardegan vedrebbe di buon occhio una sfida per la leadership del partito tra Alfano e Lupi, magari tramite primarie. “Sarebbe affascinante, se siamo un partito che punta sulla base è giusto che il segretario sia scelto dal basso, anche se credo che siano troppi amici per farlo”. In alternativa, il coordinatore Ncd lancia un’altra soluzione: “Se Angelino proprio non vuole lasciare il ministero per seguire il partito, allora affidi la guida di Ncd a Lupi”.