Skip to main content

Area Riformista, ecco le prime crepe nel raduno antirenziano del Pd

Prime defezioni tra le minoranze dem in vista della manifestazione unitaria di sabato 21 marzo. All’appuntamento in programma alle 10 all’Acquario di Roma e ribattezzato “A sinistra nel Pd” non saranno infatti presenti alcuni esponenti di Area rifomista, la corrente che fa riferimento all’ex segretario Pierluigi Bersani. “Non vedo una progettualità politica in questa iniziativa, l’unico comune denominatore tra i vari proponenti mi pare il contrasto alle iniziative del governo Renzi. A me non basta, la ritengo una motivazione estremamente riduttiva, quindi non sarò presente” confida a Formiche.net il senatore nonché sottosegretario alle Riforme, Luciano Pizzetti. E dire che l’evento era stato annunciato alcuni giorni fa all’Ansa proprio da uno degli esponenti di spicco del think-tank bersaniano, ossia il deputato Alfredo D’Attorre.

NO ALL’OPPOSIZIONE PERMANENTE”

Siamo una minoranza pro tempore, non possiamo trasformarci in un’opposizione permanente con un atteggiamento prevalentemente di denuncia che non rivendica mai quanto fatto di buono al governo grazie al nostro apporto”. Con una buona dose di pragmatismo, il sottosegretario Pizzetti rivendica come “dalla riforma elettorale al jobs act, Area riformista abbia inciso parecchio nel migliorare i provvedimenti rispetto alla loro stesura iniziale, e su questa strada bisogna continuare”. Per tale motivo, sottolinea, “trovo un po’ assurdo il voler da un lato concorrere in modo rilevante a implementare le riformee e dall’altro cercare di nascondersi all’opposizione come se la nostra area politica dovesse fungere da muro di contenimento dell’iniziativa renziana senza una capacità progettuale che incida sul Pd e sul governo”.

IL DISSENSO SULL’EVENTO DI SABATO

Pizzetti, e come lui altri di Area riformista, ha deciso di non partecipare all’evento di sabato a Roma. “In quell’iniziativa non c’è alcun progetto politico e culturale, rischia solo di essere un rassemblemant di minoranze antirenziane che può facilmente slittare in un cartello delle opposizioni – spiega -. Così non si aiuta la nostra cultura riformista e di governo, non si incide nei processi politici e nella linea che il segretario di partito legittimamente determina”. Non bastasse, a una riunione con ospiti alcuni esponenti antigovernativi di Cgil e Sel e dove parteciperà anche chi agita lo spettro della scissione del Pd, come fatto più volte da dirigenti di Sinistra Dem e civatiani, il sottosegretario non vuole certo prendere parte. “Non posso dire che Renzi sia un premier di destra, devo guardare a quel che fa in Europa dove è l’unico a lottare contro le forze conservatrici sul tema del Patto di stabilità e sulle riforme sociali. Perché non parliamo di questi temi concreti? Ho come l’impressione che alla manifestazione di Roma si finisca per guardare la realtà delle cose con occhi bendati in una gara a chi è più antirenziano”.

NON SOLO PIZZETTI, ALTRE DISERZIONI IN VISTA

Il sottosegretario è convinto che altri esponenti dell’ala più “governativa” di Area riformista (rappresentata anche dal ministro all’Agricoltura Maurzio Martina) non parteciperanno alla riunione delle minoranze dem. All’assemblea di corrente di sabato scorso a Bologna mentre il sottosegretario esplicitava la sua posizione critica, in sala tra parlamentari e dirigenti c’era chi si diceva d’accordo con questa linea più collaborativa con Renzi. Che però “non significa certo stringere un patto col segretario come hanno fatto altri. L’alternativa non può essere tra i Giovani turchi e l’opposizione permanente”, taglia corto Pizzetti riferendosi alla corrente di Matteo Orfini. “Le mie riflessioni – conclude – sono condivise da molti altri colleghi, non solo parlamentari, che probabilmente decideranno di non partecipare alla manifestazione di Roma”.


CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter