Il presidente del Ppe Joseph Daul in occasione della sua recente visita in Italia, incontrando qualche giorno fa Silvio Berlusconi, ha detto: “Non ci frammentiamo, ma raccogliamoci e troviamo una sintesi perché solo uniti si vince”. Al momento però le forze politiche italiane che si richiamano al Ppe (Forza Italia, Ncd, Udc, Popolari per l’Italia) marciano a macchia di leopardo: ecco una mappa in vista delle prossime elezioni regionali, con chi decide di stare con il Pd di Renzi e chi no, nelle sette regioni dove diciassette milioni di italiani voteranno il prossimo 31 maggio.
VENETO
In Veneto “auspico un’intesa con Forza Italia” ha detto due giorni fa Matteo Salvini durante un incontro nel trevigiano perché “abbiamo ben governato e mi piacerebbe tornare a governare”. Forza Italia, quindi alleata con il Carroccio per appoggiare il governatore uscente Luca Zaia. Dall’altra parte ecco la coalizione “liberalpopolare-autonomisti” (così come l’ha definita il senatore Maurizio Sacconi) che dovrebbe sostenere il sindaco di Verona Flavio Tosi, anche se la compagna di Tosi dice il contrario. Infatti la senatrice Patrizia Binisella, compagna del sindaco di Verona, ha dichiarato all’Agi che non ci saranno accordi con il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano ma solo con realtà civiche. Inizialmente però a Tosi aveva guardato il blocco centrista, con Ncd, Udc, Scelta civica (con il veneziano Enrico Zanetti) e Pi. Tra i nomi pronti a presenziare in liste proprie o in appoggio a quella “con Tosi nel Veneto”, il vicesindaco di Verona Stefano Casali (area Quagliariello), i popolari di Mauro, Domenico Menorello e Ettore Bonalberti (Federazione Popolari per Tosi), il consigliere regionale uscente di Verso Nord, Diego Bottacin, cerniera di trasmissione con Italia Unica di Corrado Passera, il mondo associativo e cattolico.
LIGURIA
La Lega punta su Edoardo Rixi, dato secondo il sondaggio Lorien al 24,2% solo se fosse sostenuto dall’intera coalizione formata da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega. Ma il centrodestra, anche qui, non si presenterà unito. Gli azzurri dovrebbero confermare il patto con Salvini, i centristi come in Veneto no ma con una corsia preferenziale verso il Pd, anche se al momento la situazione è confusa. Secondo il segretario regionale Pd Giovanni Lunardon sicuramente ci saranno altre liste accanto a quella del Pd come quella aperta al mondo moderato, “ma la definizione di mondo moderato – sottolinea – non arriva fino a includere gli esponenti di Ncd o Area Popolare”. E chiude al Ncd: “Si può presentare con il suo nome o con altri, ma il nostro atteggiamento non cambia. La nostra risposta è no, faremo a meno di loro”. Vero è che Popolari di Mauro sono dati in avvicinamento alla candidata piddì Raffaella Paita, data al 45,4%. Presente alle urne anche la Nuova Democrazia Cristiana Ligure con la propria lista, ma “restando in attesa sulle tipologie di coalizioni politiche che si formeranno e relative alleanze”. La sensazione è che alla fine l’accordo con Area Popolare ci sarà, come ha lasciato intendere la stessa Paita quando osserva che non ospiterà “esponenti di forze riconoscibili nel nome e nei valori della destra”, ma si dice “aperta a un’alleanza con il centro”.
UMBRIA
Con Claudio Ricci, sindaco di Assisi, l’Umbria è l’unica regione che sperimenta un nuovo tentativo di unità sotto il segno del Ppe, ma aprendo anche a Lega e Fdi. Ha presentato la sua alleanza in vista del voto di maggio con i vertici di Forza Italia Catia Polidori, di Fratelli d’Italia Emanuele Prisco, della Lega Nord Stefano Candiani e dei rappresentanti delle liste civiche che aderiscono all’iniziativa unitaria. I movimenti civici sono a suo sostegno assieme ad Area Popolare e ai Popolari di Mauro. “Abbiamo allargato alle liste civiche – annuncia Ricci – Ci stiamo preparando al governo dell’Umbria per questo dobbiamo essere inclusivi”. I primi nomi indicano i forzisti Raffaele Nevi e gli uscenti Maria Rosi e Rocco Valentino, accanto al sindaco di Norcia Nico Alemanno. Ncd dovrebbe puntare all’interno della lista civica “Umbria popolare”, gli uscenti Massimo Monni e Sandra Monacelli. Per le civiche (Ricci ha concluso un accordo con sei liste in provincia di Terni) Luisa Di Curzio, Eleonora Pace e Roberta Ricci.
CAMPANIA
Il nodo è sempre quello tra Lega e Ncd. Su Stefano Caldoro, su cui puntano gli azzurri, peserà la strategia nazionale che il partito di Berlusconi deciderà di adottare. Se, come sembra, il patto con Salvini andrà avanti, allora i centristi vireranno su un nome interno come potrebbe essere quello dell’ex ministro dell’agricoltura Nunzia De Girolamo. I Popolari di Mauro invece tentati dall’alleanza piddì su De Luca, ma sull’ultima parola peserà la vicenda giudiziaria che coinvolge il sindaco di Salerno. Come confermato dallo stesso Angelino Alfano al Giornale “una scelta di Forza Italia in Veneto a rimorchio della Lega comunque darebbe a un eventuale accordo con Caldoro solo una dimensione territoriale, senza respiro nazionale. Il Veneto – è la tesi del ministro – è l’ultima occasione che ha Fi per farsi valere rispetto alla Lega. Berlusconi deve capirlo adesso, mentre è ancora in tempo”.
PUGLIA
Qui il centrodestra apparentemente è unito (tranne i Popolari) ma con molti distinguo. Al centro della scena il conflitto tra il salentino Raffaele Fitto (con i suoi ricostruttori) e Silvio Berlusconi, che proprio in Puglia gli ha frapposto il nuovo commissario regionale Luigi Vitali ex sottosegretario alla Giustizia (che ha sostituito il gasparriano Francesco Amoruso). Il candidato di area da contrapporre all’ex sindaco di Bari Michele Emiliano è l’oncologo Francesco Schittulli, inizialmente proposto dai centristi di Ncd con il sostegno di Fratelli d’Italia e Psi. Successivamente è giunto l’ok anche da Forza Italia, ma con l’ombra di liste civiche (la fittiana Oltre?) qualora Vitali non offrisse ospitalità ai candidati di Fitto. Udc (con Sanza e Cera) e Popolari di Mauro (con Damone jr e il sottosegretario Angela D’Onghia) dovrebbero invece convergere sul candidato Pd, con liste proprie e con qualche loro candidato nella Lista Emiliano. In lista per l’Ncd l’uscente Domi Lanzillotta (vicino a Quagliariello), Gemmato per Fratelli d’Italia.
TOSCANA
La Lega candida il docente universitario Claudio Borghi, che nel frattempo ha lanciato un appello ai grillini (“Il M5S dovrebbe, e io gliel’ho proposto ma purtroppo con scarsi risultati, accodarsi a noi in questa battaglia per far cadere il governo. Perché per la Toscana passa il destino del governo italiano”). A sostegno molto probabilmente Forza Italia, che al momento è dilaniata dallo scontro tra Verdini e Bergamini, con quest’ultima che punta ad un candidato di area, e con l’incognita di Area Popolare che dovrebbe orientarsi sul nome proposto da Forza Italia. Fratelli d’Italia punta su Donzelli, come dimostrano i primi nomi che iniziano a circolare. A Viareggio per Borghi correrà l’ex forzista Massimiliano Baldini, da un paio d’anni a capo del Movimento dei Cittadini per Viareggio, lista civica andata forte alle scorse comunali. Dovrebbe sfilarsi l’Ncd che aveva puntato sul grossetano Gianni Lamioni, nome su cui oggi convergono i verdiniani.
MARCHE
Il disegno centropopolare, quindi distante da Lega e Forza Italia, è portato avanti da Gian Mario Spacca attuale governatore che vorrebbe imporsi solo con i consensi centristi grazie alla sua lista “Marche 2020”, sostenuta dal blocco Area Popolare con il placet di Gaetano Quagliarello (Ncd), mentre Udc e Popolari per l’Italia (con Maurizio Bertucci nella lista Federazione Popolari di Mauro) dovrebbero convergere sul piddì Luca Ceriscioli, ex sindaco di Pesaro, che però deve registrare i tentativi centristi del suo partito. Secondo la legge il presidente della Regione Marche non potrà essere rieletto per la terza volta consecutiva, ma Spacca ne sarebbe escluso grazie ad una norma transitoria approvata dal Consiglio regionale lo scorso 17 febbraio.