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Parliamo di Mezzogiorno senza piagnistei?

Mercoledi 18 all’Università di Bari si presenterà il volume L’Economia reale nel Mezzogiorno, edito dal Mulino e curato per la Fondazione Edison dai professori Alberto Quadrio Curzio e Marco Fortis della Cattolica di Milano.

L’opera – che ha avviato un nuovo filone di studi e ricerche sull’Italia meridionale molto diversi da quelli sinora compiuti – contiene gli atti del convegno organizzato a Roma dall’Accademia dei Lincei e dalla Fondazione nell’ottobre del 2013, nel quale con il contributo scientifico di esperti e docenti di vari Atenei italiani – fra cui chi scrive – si è avviata una ricerca approfondita sulle dinamiche economiche del Meridione, per valorizzarne i molti e persistenti punti di forza. Essi, pur nel contesto di forti squilibri con le aree più sviluppate del Paese, costituiscono tuttora risorse preziose per tutta l’Italia, dalla cui valorizzazione l’intera economia nazionale può trarre slancio per un rafforzamento competitivo nello scenario internazionale.

Basti pensare in proposito soprattutto al ruolo dell’Ilva di Taranto, dei grandi stabilimenti della FCA con le loro filiere di supply chain, di quelli dell’aerospazio e dell’agroalimentare. Inoltre, l’attenzione per l’economia del Meridione di una  Fondazione culturale del Nord come la Edison si spiega anche alla luce della presenza del gruppo omonimo – controllato dalla francese Edf – in Puglia con una centrale a turbogas a Candela e al largo della Sicilia occidentale con le piattaforme petrolifere Vega.

Questo è il filo rosso che ha accomunato le ricerche presentate al convegno di Roma, e poi arricchite nella successiva pubblicazione: analisi rigorosa degli asset del Meridione al servizio dell’economia nazionale, dimostrando così che il Sud, nonostante la crisi, è tuttora agganciato al sistema produttivo nazionale e che, pertanto, la sua crescita concorre significativamente a quello dell’Italia. Concluderà i lavori il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, delegato alla gestione dei fondi comunitari per le politiche di coesione, il quale potrà fare il punto su quanto il Governo porta innanzi da tempo per il rilancio dell’economia meridionale e dell’occupazione e sugli altri progetti in via di definizione per il Mezzogiorno.

E il sistema degli Atenei meridionali è chiamato a collocarsi da protagonista nei programmi in corso a livello governativo per l’Italia del Sud. Dovrebbe farlo perché opera in un contesto economico ricco, nonostante tutto, di risorse produttive di grandi rilievo – dall’agricoltura all’industria, dal turismo al terziario avanzato – che hanno più mai bisogno per il loro esercizio di un capitale umano sempre più qualificato e all’altezza delle durissime sfide che anche il Sud è chiamato a sostenere nella globalizzazione.

L'Economia reale nel Mezzogiorno


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