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Perché il terrorismo Isis colpisce la Tunisia. Parla la deputata Ben Mohamed

La Tunisia? “Un’eccezione nel marasma mediorientale”, per questo i terroristi hanno voluto colpire nel museo del Bardo, situato nel cuore del nuovo Parlamento tunisino, ospitato nello stesso complesso: “E’ un attentato simbolico al nuovo Stato moderno”, spiega a Formiche.net Imen Ben Mohamed, componente dell’Assemblea costituente e deputato del partito islamista Ennahdha.

PROVA DI FORZA

La deputata si dice sconvolta per quanto accaduto. “E’ un attacco al nostro Stato, agli sforzi che da anni stiamo compiendo per costruire la democrazia – osserva – ma non metterei l’accento sull’islamismo o sul laicismo. Abbiamo fatto passi enormi verso la modernizzazione democratica e lo dimostra l’ampio consenso ottenuto anche in occasione della nuova Costituzione”. La Carta si ispira “alla nostra cultura, alle radici arabo-islamiche e ai diritti umani universalmente riconosciuti”. E’ stato il frutto di un consenso tra laici e islamici, “e questo forse non è ben visto da alcuni”.

LA RIVOLUZIONE DEI GELSOMINI

Il Paese, che quest’anno ha festeggiato i quattro anni dalla Rivoluzione dei gelsomini del 2011 che ha cacciato il dittatore Ben Alì, è reduce da elezioni per il Parlamento e per il capo dello Stato, rivendica Ben Mohamed che è cresciuta in Italia dove si è laureata in Cooperazione internazionale allo sviluppo a Roma. “Siamo considerati un’eccezione all’interno del marasma mediorientale e in tutte le Primavere arabe, forse per questo potremmo essere considerati una minaccia democratica per l’estremismo e il terrorismo”.

ISLAM E DEMOCRAZIA

Il progresso compiuto dalla Tunisia in questi anni, è il ragionamento della deputata, è la plastica raffigurazione di come l‘Islam possa convivere nei Paesi arabi con la democrazia, “in un regime di rispetto reciproco e non ideologico”. Una ragione in più per attirare le attenzioni violente dei terroristi che “non vedono di buon occhio tale possibile compatibilità e la combattono, ma la Tunisia è forte e compatta”. Questa volta l’attacco è stato “pesante, anche perché rivolto contro i turisti, alle cui famiglie rivolgo un caloroso pensiero”.

IL TURISMO

Turismo in Tunisia significa possibilità di ripresa e, assieme all’agricoltura, è l’unico settore che produce Pil. Quella dei terroristi è stata per alcuni osservatori una prova di forza, diretta ad uno dei luoghi più frequentati dai turisti proprio alla vigilia delle vacanze pasquali, mentre fino ad ora il Paese aveva registrato altri attacchi, ma in zone periferiche o montane. “Oggi è la capitale ad essere colpita nelle stesse ore in cui il Parlamento discuteva della nuova legge contro il terrorismo: una ragione in più per portarla avanti e approvarla rapidamente”. I primi a sentire i colpi esposi dai terroristi, all’esterno del Museo, sono stati infatti proprio i deputati presenti in aula a pochi metri.

CONTRO LA VIOLENZA

Secondo la deputata del partito islamista Ennahdha, la violenza e il terrore sono uno straordinario “stimolo ad unirci ancora di più e a andare oltre le appartenenze politiche per dare un segno”. Pochi istanti dopo l’attacco, in un vertice improvvisato e informale, tutti i partiti tunisini si sono incontrati per condannare “tutti insieme questa assurda violenza” nella consapevolezza che “le armi e il sangue non fermeranno il processo democratico nel nostro Paese e mi auguro nell’intera area mediorientale”.

OBIETTIVO GIOVANI

Ma il gesto dell’unità nazionale, aggiunge, deve anche contenere un passaggio sociale: ovvero si iniziare a ragionare non solo sul ruolo femminile, che è stato determinante contro il regime, ma anche sui tantissimi giovani che oggi sono “senza guida, afflitti dalla crisi e dalla disoccupazione, quindi facile preda del proselitismo ideologico che si muove verso l’autoesaltazione autodistruttiva”. Se nei prossimi mesi non si darà slancio ad uno sviluppo economico, è la preoccupazione espressa dalla deputata, aumenterà il rischio che nuovi eserciti di ragazzi tunisini vadano ad ingrossare le fila del terrorismo. “Proprio la cronica povertà spinge numerosi giovani ad arruolarsi negli eserciti della violenza e l’attacco di oggi al cuore del turismo tunisino avrà certamente delle conseguenze sulla nostra economia”.

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