33 giorni all’inaugurazione di Expo il prossimo 1° maggio, il rush finale è entrato nella sua fase più calda. Mentre a Milano si lavora per recuperare il tempo perso e arrivare pronti all’appuntamento, continua il percorso di avvicinamento all’Esposizione universale da parte del mondo istituzionale ed economico.
LE TAPPE DEL TOUR
Dopo l’Expo delle Idee del 7 febbraio scorso nel capoluogo lombardo, venerdì e sabato nuova tappa a Palazzo Vecchio a Firenze, dove era presente un bel pezzo del Governo senza, però, il premier, Matteo Renzi. Una due giorni conclusa dall’intervento del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
“SFIDA CHE NON PUO’ ANDARE DELUSA”
Quella di Expo “è una sfida che non può andare delusa” ha detto il Presidente della Repubblica nel suo discorso. “Si tratta di una grande responsabilità: il compito che ci siamo assunti va esercitato con il massimo impegno. Il sistema Paese deve essere consapevole di avere la possibilità di misurare se stesso, sul piano dell’elaborazione di idee e delle capacità realizzative. Il quadro infrastrutturale italiano, spesso non omogeneo dal punto di vista qualitativo e dell’interconnessione con i sistemi internazionali, non può che uscire rafforzato da una sferzata di vitalità”.
LA SFIDA DEI TEMPI
“Sono veramente, realisticamente sereno”. Secondo il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, al momento dell’inaugurazione “se mancherà qualcosa, sarà davvero pochissimo”. Sala ha fatto anche il punto della situazione per quanto riguarda le adesioni. Fino a questo momento sono stati venduti 8,8 milioni di biglietti, di cui un milione in Cina e 700mila negli Stati Uniti.
LA SFIDA DELLA SICUREZZA
Dal punto di vista della sicurezza non mancano, ovviamente, le preoccupazioni per un evento che durerà sei mesi (fino al 31 ottobre) e che richiamerà in Italia milioni di persone. Una sfida che chiama in causa in primis il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. “Noi abbiamo un grande obiettivo che è realizzare un Expo sicuro. Per questo abbiamo schierato in campo 4.800 soldati in Italia, avremo una dotazione speciale per Milano e presidi specifici fatti dai soldati per azioni di prevenzione e antiterrorismo. Questo lavoro si sposa con l’attività intelligence svolta dal comitato di analisi strategica di antiterrorismo”.
LA SFIDA DEL MEDITERRANEO
Del ruolo internazionale dell’Italia e di quanto questo possa uscire rafforzato dalla sfida dell’Expo, ha parlato, invece, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. “Le grandi sfide globali si giocano anche nel Mediterraneo. La storia ci ha riportato in modo molto brusco alla centralità del Mediterraneo, luogo di incrocio tra Europa, Asia e Africa. Un luogo di cui l’Italia è necessariamente protagonista. Dobbiamo renderci conto che la nostra capacità di avere un ruolo nel Mediterraneo si giocherà, nei prossimi anni, nella capacità di creare equilibri multipolari”.
LA SFIDA ALIMENTARE
Sulla sfida alimentare si è concentrato, invece, il promotore della due giorni, il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina che sta lavorando per arrivare il 28 aprile alla presentazione della Carta di Milano, “l’eredità che l’Expo 2015 lascerà al mondo intero”. Un documento offerto alla sottoscrizione della cittadinanza globale per far riconoscere il diritto al cibo come un diritto fondamentale. Secondo Martina “l’occasione per far comprendere alla nuove generazioni la sfida alimentare”.
LA SFIDA DELL’AGRICOLTURA
Tra gli interventi, anche il discorso di Romano Prodi sul tema della geopolitica del cibo. L’ex premier ha parlato di agricoltura e indicato quali dovrebbero essere le priorità italiane. “Sprecare di meno e produrre di più con meno inquinamento e meno acqua”. Il Professore ha, quindi, invocato più fondi per la ricerca. “Bisogna portare risorse alla ricerca nelle nostre università e nei nostri istituti. La ricerca in agricoltura è cenerentola nel nostro sistema di ricerca, che già è cenerentola nel sistema di ricerca mondiale”.