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Cosa cambia negli Usa per gli addestratori Finmeccanica-Alenia. Parla il generale Tricarico

General Dynamics si è ritirata da prime contractor nella gara per il Trainer-X program (T-X) statunitense nella quale si presentava assieme ad Alenia Aermacchi, controllata del gruppo Finmeccanica guidato dall’ad Mauro Moretti.

Quali le ragioni del dietro front dell’azienda americana? Quante chance ha ora Alenia? E cosa farà Piazza Monte Grappa? Ecco alcuni degli aspetti analizzati da Formiche.net in una conversazione con il generale Leonardo Tricarico, ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare ed attuale presidente della Fondazione Icsa.

Generale, cosa significa e che impatto ha la decisione di General Dynamics?

Cambia tutto. Si tratta di una decisione importante che costringe Alenia a ripensare la sua strategia. Anche se la competizione nell’ambito della gara si era già fatta più forte con i nuovi requisiti voluti dal Pentagono, che ha richiesto che l’addestratore sia in grado di simulare anche i velivoli nemici, che devono essere ovviamente molto più performanti per allenare i piloti al meglio. I requisiti sono più alti di quanto fosse lecito attendersi e questo ha causato già dei piccoli “terremoti”.

L’addestratore italiano aveva chance? E se sì, oggi ne ha ancora?

Fino a pochi mesi fa la competizione per il trainer per gli Usa vedeva il prodotto di Alenia senza rivali. In questo tipo di mercato non c’era un prodotto che potesse competere con l’M-346. C’erano due o tre prodotti che pretendevano di tenervi testa, ma anche un occhio non molto esperto capiva che avrebbe vinto a mani basse. Ora, con l’inserimento del programma nei piani del Dipartimento della Difesa statunitense, le cose sono cambiate. Le aziende si sono orientate per reggere questa competizione, attraverso nuove alleanze. Bae ha deciso di abbandonare l’Hawk e di unirsi a Northrop Grumman per un nuovo velivolo più performante. Lo stesso fa un altro gigante, Boeing, che è in partnership con gli svedesi di Saab.

Il passo indietro di GD è frutto di una ​decisione industriale o politica?

Questo non è chiaro. Sicuramente una ragione industriale c’è. Questo non è propriamente il core business di GD, ma allora non si capisce come mai non abbia rinunciato al progetto sin dall’inizio. Non vorrei che ci sia stata anche una manina politica. Il sospetto viene, perché per un’altra volta un prodotto europeo viene messo in difficoltà sul mercato americano. Anche Finmeccanica in passato ha commesso degli errori, anche se non sempre dipendenti dalla sua volontà.

Quali?

Piazza Monte Grappa non ha mai sostenuto l’M-346 adeguatamente dal punto di vista delle strategie del gruppo. Non se ne sono state colte appieno le potenzialità, soprattutto in relazione ai mercati che si potevano aprire. Alcune affermazioni ci sono state, ma sono state più modeste di quel che potevano essere. Purtroppo questo sostegno non è stato nemmeno garantito in ambito europeo, dove anzi, in molti consessi sono stati proprio alcuni nostri partner, come la Germania, a mettere i bastoni tra le ruote all’addestratore, che poi si è comunque imposto per diventare il trainer di alcune strutture comuni di addestramento europeo.

Che cosa farà ora Alenia Aermacchi?

Tanto l’ad di Finmeccanica, Mauro Moretti, quanto il nuovo capo azienda di Alenia, Filippo Bagnato, dovranno valutare se ci sono ancora i margini per un’affermazione italiana. In caso positivo, bisognerà che anche la nostra politica si muova per sostenere il prodotto di Piazza Monte Grappa nel miglior modo possibile, anche – se necessario – ricordando agli Usa alcuni sgarbi subiti dal nostro Paese in passato, come quello per la costruzione degli elicotteri presidenziali, per citarne uno. Rimane da decidere anche se ricercare una nuova alleanza strategica, ma a questo punto ci sono poche aziende valide sul mercato.

Chi è favorito, a questo punto?

Impossibile da dire. Anche se rilevo che la partnership migliore, per Finmeccanica, sarebbe stata probabilmente quella con Boeing, per un semplice motivo. L’azienda americana si è aggiudicata commessa con Alenia per vendere a Singapore l’addestratore. Questo vuol dire entrare in possesso di informazioni utili anche per la realizzazione del suo nuovo velivolo. La loro sarebbe stata un’alleanza naturale e probabilmente vincente che non si è, purtroppo, concretizzata.



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