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Ceta, tutti i benefici per l’Italia

Non sarà solo il Ttip, la partnership transatlantica per il commercio e gli investimenti tra Washington e Bruxelles, ad avvicinare ancor di più Europa e Nord America. C’è un trattato commerciale forse meno noto, ma ugualmente rilevante, che potrebbe presto contribuire a relazioni più solide tra Canada ed Unione europea e, di riflesso, anche con l’Italia.

Si tratta del Ceta, il Comprehensive Economic and Trade Agreement, i cui negoziati si sono conclusi nel 2014. ma che prima di poter entrare in vigore dovrà essere approvato dal Parlamento europeo, dai governi degli Stati membri dell’Ue e dal Governo federale canadese, dalle province e dai territori.

IL CONVEGNO

Cosa cambierà quando il trattato sarà approvato? E quale sarà la portata commerciale di un simile accordo? Di questi temi s’è discusso oggi a Roma nei panel della conferenza “Canada to Italy”, organizzata da Utopia e Formiche, con il patrocinio dell’Ambasciata del Canada, del Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale e del Ministero dello Sviluppo Economico.

Tra gli intervenuti, nomi noti del mondo politico, istituzionale e diplomatico: l’ex ministro della Difesa italiano, Antonio Martino; l’ex presidente del Senato canadese, Noel Kinsella; l’ambasciatore canadese in Italia, Peter McGovern; il consigliere diplomatico del presidente del Consiglio, l’ambasciatore Armando Varricchio; e il capogruppo del Pd in Commissione esteri della Camera, Enzo Amendola.

LE PAROLE DI DELLA VEDOVA E CALENDA

Per il sottosegretario al ministero degli Affari esteri, Benedetto Della Vedova, “ogni grande accordo commerciale ha un substrato politico e una motivazione ideale. Nel caso del Ceta tra Unione Europea e Canada, ben oltre gli evidenti e reciproci vantaggi economici, c’è il rafforzamento delle relazioni e della cooperazione tra due grandi libere democrazie del pianeta. Per l’Europa, il Ceta sarà un utilissimo paradigma per il Ttip con gli Stati Uniti e per l’accordo con il Giappone”.

Un’opinione condivisa anche dal vice ministro del Mise, Carlo Calenda, impegnato in un delicato lavoro negoziale tanto sul Ttip quanto sul Ceta. Non presente per doveri istituzionali, Calenda ha fatto giungere un suo commento, spiegando che “l’Italia giudica più che positivamente il testo dell’accordo sottoscritto con il Canada”. Un risultato molto positivo sarà quello della tutela delle Indicazioni geografiche, dove infatti siamo arrivati a obiettivi impensabili solo poco tempo fa: il Ceta farà sì che nostre Dop, un tempo escluse dal territorio canadese, potranno avere accesso a questo grande mercato e saranno tutelate da future imitazioni. E’ stato raggiunto un ottimo esito anche in materia di appalti pubblici, dove abbiamo ottenuto l’accesso all’80% del mercato nei settori energia e utility“.

I NUMERI

I rapporti economici tra Canada e Italia sono già forti. Nel 2013, spiega il sito ufficiale per le relazioni con l’estero, Canada International – il commercio bilaterale tra Canada e Italia ha registrato un incremento del 12.2% rispetto all’anno precedente per un totale di circa 7.8 miliardi di dollari canadesi, collocando l’Italia al nono posto fra i maggiori partner commerciali del Canada. Numeri in crescita anche per ciò che riguarda gli investimenti. Nel 2013, gli investimenti diretti esteri italiani in Canada ammontavano a 1.14 miliardi di dollari canadesi, classificando l’Italia al 21esimo posto tra le maggiori fonti d’investimento in Canada. Mentre i titoli degli investimenti diretti esteri canadesi in Italia sono aumentati dai 361 milioni di dollari canadesi nel 2011 ai 487 milioni alla fine del 2013.

COSA CAMBIERÀ

Come ricordato da Calenda, gli interessi delle aziende italiane in Canada riguardano diversi settori, soprattutto in campo energetico, agroalimentare, delle energie rinnovabili, manifatturiero, aerospaziale e automobilistico. Il Ceta eliminerà le tariffe sulla quasi totalità dei prodotti italiani esportati verso il Paese nordamericano, come macchinari industriali (in questo campo arrivano fino al 9,5%), mobili (anche qui il 9,5%), calzature (il 20%). Per quanto riguarda il settore agroalimentare, l’Italia si gioverà dell’abbattimento dei dazi doganali su alcuni prodotti-chiave del suo export come vino (possono arrivare fino ai 7 centesimi al litro), pasta (fino all’8,5%), cioccolata (fino al 6%) e pomodori (fino all’11,5%).

LE PROSPETTIVE GEOPOLITICHE

Ma l’intesa, ricorda l’Ufficio Analisi & Strategie di Utopia – ha anche una forte rilevanza geopolitica. Offrirà “una nuova sponda atlantica ai Paesi europei in un frangente in cui i negoziati Usa-Ue sul Ttip sembrano procedere a rilento e il nuovo Congresso statunitense appare meno favorevole al trattato di quanto non lo fosse il precedente. In questa fase, la priorità di Washington resta infatti il Tpp (Trans-Pacifc partnership) con le economie del Pacifico, tanto più quando anche la Cina sta provando a realizzare il proprio ordine regionale e globale attraverso la nuova Via della Seta (progetto infrastrutturale e commerciale che unirà via terra e via mare il Vecchio Continente all’Asia Orientale) e la Free Trade area of Asia Pacific (Ftaap), ovvero la sua risposta al Tpp“.

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