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Chi sono le anguille in doppiopetto che sguazzano nel Canale di Sicilia

La tragedia della solitudine. La tragedia è, e continuerà ed essere, quella dei migranti. La solitudine, invece, è (e continuerà ad essere) la nostra. Tuttavia, il vertice straordinario voluto dall’Italia qualcosa di nuovo ha portato, nel senso che – sempre a modo suo –  l’Unione Europea, lasciando da parte per una sola volta (non si ripeterà più) Ucraina e economia, ha finito per battere un colpo. Come al solito, non farà quasi niente, ma almeno sappiamo che c’è. E’ un progresso apprezzabile.

Vogliamo dare atto al nostro presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e a Federica Mogherini, Alto Rappresentante Ue per la politica estera della Ue, di essere finalmente riusciti a fermare l’attenzione di questo mondo etereo, soft e vellutato sul problema dei migranti. E’ stato il loro pressing (e la nuova sciagura nel Mediterraneo) a rendere difficile alle anguille in doppiopetto ed a quelle in tailleur-pantaloni di Bruxelles di sgusciare dalla stretta di un problema che è anche loro. E non solo di Renzi, Gentiloni e Pinotti. Diciamo questo con soddisfazione, senza tuttavia spingerci troppo oltre.

In realtà, le anguille sono riuscite a sgusciare fuori anche questa volta, ma almeno hanno dovuto faticare un po’ e, soprattutto, fingere di ascoltarci. I fatti, ancora una volta, potrebbero tardare a verificarsi. Dei numerosi punti dell’agenda in discussione – alcuni dei quali cassati prima di iniziare perché impraticabili – quello relativo alla ridistribuzione dei migranti dopo il “salvataggio” – giudicato qualificante della strategia di breve termine – ha trovato nel britannico David Cameron il primo ostacolo ancora prima dell’inizio della riunione formale.

Acclarato che Dublino per ora non si tocca, più liscia è andata la discussione sull’aumento delle risorse per Triton – dove anche Uk, a parziale riparazione dello sgarbo precedente, è disponibile a collaborare in termini sostanziali, rendendo disponibili per due mesi i gioielli della flotta di Sua Maestà. Al frustratissimo Fabrice Leggeri, direttore esecutivo di Frontex, non è parso vero di potersi immediatamente dichiarare “…ansioso di attuare subito le decisioni del vertice”. Più navi, il triplo dei soldi e…. stesse regole!

Sì, potranno spingersi una decina di miglia più avanti e nel mandato, oltre alla “protezione delle frontiere marittime dell’Unione, ci sarà anche il soccorso in mare. Aggiunta solo cosmetica, visto che quest’obbligo c’è già ed è valido per tutti a livello internazionale. Altro nodo era quello relativo alla distruzione preventiva dei barconi, da più parti richiesto, da pochi sostenuto e da nessuno davvero analizzato. Federica Mogherini avrà mandato per “…tracciare le linee per una missione europea che preveda il sequestro e la distruzione delle imbarcazioni intercettate in mare”. Quando non si vuol fare qualcosa, il modo migliore è istituire una commissione.

Delle barche ancora a terra non se ne parla proprio, a meno di assenso dell’Onu e dell’autorizzazione della Libia. Il governo di Tripoli ha subito fatto muro, quello di Tobruk, riconosciuto dalla Ue, non si esprimerà mai, mentre Isis ed estremisti di Misurata, che ci campano, si rallegrano a vicenda. Francia e Gran Bretagna hanno assicurato di volersi fare promotori presso il Consiglio di Sicurezza, ma questo ci spaventa ancora di più, visto che nel 2011 è stato proprio il loro “ interessamento” a metterci nei guai che oggi, quasi soli, dobbiamo affrontare ogni giorno.

Quindi, ancora una volta, tutti d’accordo sui principi immutabili e sulle questioni a lunga scadenza, ognuno per sé sul problema della distribuzione dei migranti (un’ennesima Commissione lo analizzerà) e nulla di efficace nell’immediato. E i naufragi, con una lunga estate ancora tutta davanti? Fino a che ci saranno i barconi, i migranti continueranno a morire.

La priorità non era evitarlo? Certo, era questa. Ma – come diceva Don Abbondio – quando uno il coraggio non ce l’ha, non se lo può proprio inventare…


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