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Chi (e come) vuole rottamare la Legge Merlin

C’era anche Efe Bal, la trans cui l’Agenzia delle entrate ha contestato 700 mila euro di evasione fiscale, ieri a Montecitorio a presentare l’ultima proposta di legge per il superamento della legge Merlin. Dopo decine di proposte rimaste nei cassetti del Palazzo, ecco dunque l’ultima norma sulla prostituzione. Che va nel senso della regolamentazione: le prostitute potranno esercitare in casa oppure in zone delle città indicate dai comuni (le famose zone a luci rosse), ma si dovranno sottoporre a controlli sanitari periodici e dovranno pagare le tasse.

Il testo, proposto da Pierpaolo Vargiu di Scelta civica e Maria Spilabotte del Pd, prevede anche l’iscrizione alla Camera di commercio e la contribuzione previdenziale. Naturalmente si prevede anche la riapertura delle case chiuse, ma autogestite da donne (o uomini, se si tratta di prostituzione maschile).

La proposta finora è stata firmata da 70 parlamentari in maniera assolutamente bipartisan: Pd, Forza Italia, 5 Stelle, Sel, Ncd e Lega. Ci sono, per dire, anche Alessandra Mussolini e Maria Rosaria Rossi. “La legge Merlin è assolutamente inattuale e non ha contribuito a debellare la prostituzione, che prolifera molto più di prima. Quindi qualcosa in merito bisogna fare. Lasciando il fenomeno nell’illegalità si danno soldi alle mafie e alla criminalità, si toglie denaro allo Stato e si contribuisce allo sfruttamento di migliaia di ragazze”, ha osservato Vargiu, medico e presidente della commissione Sanità di Montecitorio. Alla presentazione a Montecitorio presente anche Stefano Dambruoso, mentre a moderare c’era la giornalista Annalisa Chirico.

Va ricordato che la prostituzione in sé in Italia non è reato, ma sono perseguite le attività connesse – gli atti osceni in luogo pubblico, l’induzione, il favoreggiamento e le infrazioni stradali, con multe agli automobilisti – che rendono di fatto complicato l’esercizio della professione.

Il problema, naturalmente, non è solo italiano. In Svezia e Norvegia, per esempio, si è scelta la strada proibizionista, definendo la prostituzione illegale. In Germania, Austria, Belgio, Olanda e Svizzera, invece, è legale e regolamentata. Poi ci sono i Paesi a metà strada, come la Francia e, appunto, l’Italia. “La proposta è stata scritta ascoltando tutti: i cittadini, le forze dell’ordine, le prostitute e anche i clienti. Con l’obbiettivo di dare dignità ai “sex workers”: la prostituzione volontaria deve diventare un lavoro come un altro, sottoposto a diritti, ma anche doveri”, ha sottolineato la senatrice Spilabotte. Che ha raccontato di “essere stata scomunicata” dal parroco del suo paese quando “ha saputo che mi stavo occupando della questione”.

Ma sulle oltre 70 mila prostitute presenti in Italia, quante andranno a registrarsi per pagare le tasse? “Credo molto poche”, sostiene Maria Pia Covre, fondatrice del Comitato per i diritti civili delle prostitute, critica con la proposta. “In realtà sono interessati solo ai nostri soldi, ma riaprire i bordelli o le case chiuse non ha senso. Noi dobbiamo avere il diritto di svolgere la professione in casa o dove ci pare, magari mettendo insieme due o tre colleghe. Una regolamentazione ci vuole, ma deve essere leggera”.

Dodici sono le proposte di legge in materia presenti attualmente in Parlamento. Da quella leghista di Massimo Bitonci e Roberto Calderoli, che propone controlli da parte delle Asl e sostegno economico alle prostitute che vogliono smettere con la professione, a quella proibizionista di Rocco Buttiglione e Paola Binetti, che vogliono multare fino a 2000 euro i clienti. E c’è pure Antonio Razzi, secondo cui, invece, occorre disciplinare “l’esercizio della prostituzione tramite l’introduzione dell’attività di operatore di assistenza sessuale”. Tornando a Efe Bal, la trans più famosa di Milano si è proposta come candidata in Parlamento: “Sono 15 anni che faccio la professione e su questi temi posso essere molto utile. Del resto è stata eletta anche Vladimir Luxuria…”.



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