Leggendo le cronache (nere) sulla vita dei partiti sembra davvero che in Italia non ci sia più distinzione netta tra destra e sinistra. Nel PD ogni giorno al Sud esplode un caso. A Napoli, ad Ercolano, in Puglia, in Sicilia: notabili che decidono tutto, vicende giudiziarie usate in un senso o nell’altro, contro o a favore degli indagati o dei condannati, clientele che transitano verso Renzi o si allontanano da lui. Al Centro e al Nord le cose non sono molto diverse: a Roma il PD è nel caos completo, nelle Marche l’ex Presidente della Regione del PD è oggi candidato del Centrodestra alle prossime elezioni, a Genova c’è guerriglia aperta.
Non parlo della destra, non perché il fenomeno della disgregazione del berlusconismo non sia all’ordine del giorno, ma proprio perché, a fronte di questo processo, il PD e il centrosinistra non appaiono un’alternativa politicamente appetibile a tutte le persone che vivono la crisi. Non è un caso che il grillismo che era al tramonto ha ripreso fiato. In questo caos, rispunta Ferrero con la sua Rifondazione, dichiara (leggo sul Corriere) che la prospettiva è il comunismo e punta su Landini. Il quale, in questo quadro, mi pare che sfascia il sindacato e non concluderà nulla nella politica.
Siccome sembra che nel PD maggioranza renziana e minoranza siano al dunque sulla legge elettorale, non sarebbe il caso che questo partito apra un confronto vero, con mozioni politiche, sul destino del PD ma anche del centrosinistra? Il voto sulla legge elettorale, infatti, preso separatamente dal contesto in cui si svolge, qualunque sia l’esito, lascerà le cose come prima. O peggio di prima.
(questo post è stato pubblicato da Macaluso sul suo profilo Facebook)