La polizia turca ha arrestato l’uomo armato che ha fatto irruzione nella sede dell’Akp, il partito al governo del presidente Recep Tayyip Erdogan, nel quartiere Kartal di Istanbul. Ancora non si hanno notizie sulle motivazioni, ma l’episodio è avvenuto il giorno dopo il sequestro a Istanbul di un magistrato da parte di due membri del gruppo di estrema sinistra Dhkp-C. E alcuni osservatori sottolineano la sospetta vicinanza tra i due avvenimenti.
CHI SONO
Dhkp-c è la sigla del Partito-Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo, un’organizzazione turca di ispirazione marxista-leninista fondata nel 1978. Il gruppo è considerato fuorilegge in Turchia come nell’Unione europea e negli Usa.
Secondo le forze di polizia turche, il movimento si è caratterizzato negli anni per un crescente attivismo: è considerato responsabile anche dell’incursione contro l’ambasciata statunitense ad Ankara nel 2013, quando un attentatore suicida si fece esplodere di fronte all’ingresso della sede diplomatica, uccidendo un addetto alla sicurezza, ma anche di un attacco perpetrato la passata settimana contro la redazione di Adimlar, rivista che sostiene il califfato nero. In quel caso il bilancio fu di un giornalista morto e tre feriti.
CONTRO IL “SULTANO” ERDOGAN
Lo scorso gennaio un componente del gruppo sparò contro le forze dell’ordine a piazza Taksim, nel cuore di Istanbul, senza causare morti. Nello stesso mese, il Dhkp-c rivendicò un attacco suicida realizzato da una donna in piazza Sultanahmet, sempre a Istanbul, che costò la vita a un poliziotto. La rivendicazione spiegava che l’attentato era un modo per danneggiare il partito Akp del presidente Erdogan, considerato corrotto. La settimana passata, la polizia di Ankara aveva arrestato alcuni soggetti legati all’organizzazione. Una circostanza che scatenò proteste di piazza. Una manifestante quattordicenne fu ferita da un candelotto di gas lacrimogeno lanciato dalle forze dell’ordine. Una simile circostanza causò nel 2013 la morte di Birkin Elvan, 15 anni durante un corteo antigovernativo. Per quel lutto, il Dhkp-C chiede oggi giustizia.
E proprio ieri per sei ore due sospetti membri del Dhkp-C avevano tenuto in ostaggio il procuratore di Istanbul responsabile del caso, Mehmet Selim Kiraz, morto insieme ai suoi due rapitori a seguito degli spari e delle esplosioni derivanti dal blitz delle forze speciali turche.
LA DINAMICA
Questa, invece, la ricostruzione dei fatti delle ultime ore. L’uomo ha ordinato a tutte le persone all’interno degli uffici di lasciare l’edificio, prima di salire all’ultimo piano, il settimo; poi ha mandato in frantumi i vetri di diverse finestre e ha issato una bandiera turca con il disegno di una spada. In seguito ha iniziato a formulare discorsi e richieste, che ancora non sono state chiarite.
I reparti speciali hanno assaltato l’edificio e arrestato l’uomo; la polizia ha inoltre bloccato la zona interno alle sede del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo. Le prime notizie convulse parlavano dell’irruzione di due uomini.
GLI ARRESTI
Nella mattinata di oggi, nell’ambito dell’inchiesta sul caso del procuratore Kiraz, la polizia turca aveva arrestato ad Antalya 22 attivisti considerati vicini ai fuorilegge del Dhkp-C.