Nuovi contratti per Drs Technologies, la controllata di Finmeccanica il cui futuro – cessione o ricerca di un partner finanziario o preferibilmente industriale – verrà svelato entro settembre prossimo.
LE COMMESSE IN USA E CANADA
Le Forze armate canadesi e Usa hanno scelto i sistemi della società controllata da Piazza Monte Grappa, che si è aggiudicata tre commesse per la fornitura di equipaggiamenti ai veicoli armati dell’Esercito canadese e ai sottomarini e navi della Marina militare statunitense.
Un primo contratto, del valore di 100 milioni di dollari e della durata di otto anni – spiega una nota dell’azienda – è stato siglato con General Dynamics Land Systems Canada e riguarda la produzione di sistemi di sorveglianza per equipaggiare i carri armati LAV 6.0. (prodotti da General Dynamics) in dotazione all’esercito canadese.
I DETTAGLI
Gli altri due accordi, del valore potenziale totale fino ad un massimo di circa 440 milioni di dollari, riguardano uno lo sviluppo, la produzione e l’integrazione di equipaggiamenti elettronici di ultima generazione, destinati all’ammodernamento di sistemi già installati su diverse classi di sottomarini della US Navy. L’altro, siglato con la US Navy, fino ad un massimo di 55 milioni di dollari, è per l’ammodernamento dei sistemi di comunicazione vocale integrati (Ivcs) degli incrociatori e dei cacciatorpediniere Aegis della Marina Militare degli Stati Uniti.
I DESTINI DI DRS
Nel corso di un’audizione lo scorso 9 marzo alla Commissione industria del Senato, l’ad di Finmeccanica Mauro Moretti aveva citato proprio il caso di Drs Technologies, la società americana comprata per 5,2 miliardi di dollari durante la gestione di Pierfrancesco Guarguaglini e rimasta sempre al centro di polemiche. La possibile vendita di questa controllata (contractor della Difesa Usa e di diverse agenzie di intelligence) e di cui si parla da tempo non è affatto scontata, anche in virtù delle sempre più forti sintonie che sembrano legare gli Stati Uniti al futuro di Piazza Monte Grappa. “Non dobbiamo trovare a tutti i costi il modo di disfarcene – ha svelato Moretti ai membri della Commissione -, a luglio abbiamo fissato con il management di Drs un piano, verificheremo i risultati delle operazioni che abbiamo finora compiuto e, sulla base di queste, capiremo cosa fare”. “Valuteremo – ha aggiunto – una eventuale valorizzazione ma integrandola nella logica industriale e non “di possesso” di Finmeccanica. Se tutto ciò funziona cercheremo partner finanziari per crescere, nel caso contrario si valuteranno in tranquillità altre soluzioni, che al momento non ci sono”.
GLI ASSET SUL MERCATO
In quest’ottica vanno anche le recenti notizie che giungono da oltreoceano. Ci sarebbe – ha ricordato negli scorsi giorni Milano Finanza – un altro pezzo di Drs Technologies tra gli asset che Finmeccanica ha destinato alla vendita, prima di decidere il da farsi con il core business della controllata americana. “Secondo fonti statunitensi, sul mercato sarebbero stati messi gli stabilimenti di Elizabeth City, dove si fa la manutenzione della flotta di C-130 di ricerca e salvataggio della Guardia Costiera – ha scritto Angelica Romani del quotidiano del gruppo Class – Le attività di Drs già individuate per uscire dal perimetro sono le divisioni Aviation & Logistics e Tactical Communications and Network Solutions, che cumulano un fatturato di circa 200 milioni di euro (già sottratto dalle linee guida sui ricavi consolidati del 2014). Della cessione si occupa in veste di advisor la banca d’investimenti Jefferies, che nei giorni scorsi ha fatto partire le lettere d’invito ai potenziali acquirenti“.
I PIANI DI MORETTI
Per decidere il futuro dell’azienda Moretti, ha detto alla Commissione di Palazzo Madama, vuole aspettare i conti del secondo trimestre dell’anno per verificare eventuali inversioni di tendenza. “Stiamo ancora pagando l’importante errore commesso su Drs, avendo fatto l’operazione a debito, con un bond a 30 anni in dollari al 6,5%. In prospettiva, con un cambio più favorevole, i nostri prodotti avranno la possibilità di gareggiare meglio in giro per il mondo, specie con le major della Difesa degli Usa, che puntano decisamente all’export“, ha detto Moretti. “A settembre avremo tutti gli elementi e i dettagli per decidere che cosa fare”. La decisione sarà tra partner finanziario o industriale. Moretti non fa mistero di preferire la seconda ipotesi, anche se indiscrezioni di mercato hanno segnalato l’interesse del fondo di private equity Carlyle, colosso da 194 miliardi di dollari“.