“In curia c’è chi considera questa nomina una provocazione di Hollande. Il quale, difatti, sembra ora impuntarsi sul nome di Stefanini. E’ chiaro che il Vaticano non recederà dai propri propositi”, scrive Marco Ansaldo oggi su Repubblica a proposito del mancato accredito da parte della Santa Sede di Monsieur Laurent Stefanini, l’uomo che l’Eliseo aveva deciso di destinare alla prestigiosa sede diplomatica d’oltretevere.
IL NO DELLA SANTA SEDE
Un accredito negato già da tempo (tre mesi), ma che solo ora ha fatto accendere sul caso i riflettori. Merito del Canard Enchainé, che per primo ha portato alla luce lo strano caso di questo apprezzato uomo di cultura che s’è visto sbattere in faccia la porta da parte della seconda sezione della Segreteria di Stato, quella per i Rapporti con gli Stati. Il motivo sarebbe da cercare nella tendenza sessuale di Stefanini, gay dichiarato. Il che farebbe di lui il primo ambasciatore omosessuale nei Sacri Palazzi.
LA DIFESA DELLA CONFERENZA EPISCOPALE FRANCESE
Il problema è che da Parigi fanno sapere – scrive La Croix – che il candidato è quello e non cambierà, con la prospettiva di andare a un imbarazzante muro contro muro, non solo tra Curia ed Eliseo, ma anche all’interno della stessa chiesa cattolica, se è vero che diversi cardinali hanno già manifestato il loro pieno appoggio a Stefanini. E’ il caso dell’arcivescovo di Parigi, André Vingt-Trois, che lo scorso febbraio è venuto a Roma a perorare davanti al Papa la causa dell’ambasciatore (a quanto pare senza successo). Ma anche il camerlengo e presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, scrive ancora Repubblica, il cardinale Jean-Louis Tauran, sarebbe favorevole alla nomina.
IL PROBLEMA E’ IL SOSTEGNO ALLE NOZZE GAY
La Sala stampa non commenta. Non sono attesi comunicati né dichiarazioni ufficiali, visto che si tratta di procedure tutte interne agli uffici della Segreteria di Stato. Scrive sulla Stampa Giacomo Galeazzi che “in curia si ammette che il problema esiste e che riguarda non tanto la condizione personale dell’ambasciatore indicato da Parigi, quanto il suo profilo di sostenitore delle nozze gay”. A ogni modo, la decisione definitiva non sarebbe stata ancora presa, visto che sul dossier si sarebbe messo direttamente mons. Paul Richard Gallagher, il segretario per i Rapporti con gli stati, che da pochi mesi ha sostituito il francese (neocardinale) Dominique Mamberti.
I DELICATI RAPPORTI TRA PARIGI E VATICANO
E’ la riprova dei delicati rapporti che intercorrono tra il Vaticano e la Francia di Hollande. Aveva fatto il giro del mondo la foto scattata in occasione dell’udienza concessa dal Papa, lo scorso anno, al presidente transalpino. Francesco, severissimo e scuro in volto, guardava l’interlocutore chiaramente imbarazzato. E il comunicato diffuso al termine dell’incontro, pur come da tradizione edulcorato nei toni, non faceva mistero di tutti i problemi messi sul tappeto: dalle nozze tra persone dello stesso sesso all’aborto, fino all’eutanasia. Tutti temi sui quali il mondo cattolico (laico) francese s’è fatto sentire, con manifestazioni di piazza e sfilate.
IL PRECEDENTE DEL 2008
Non è la prima volta che la Francia si vede ricevere un no dal Vaticano. Nel 2008, Sarkozy aveva proposto come ambasciatore Jean-Loup Kuhn Delforge, anch’egli omosessuale dichiarato. Davanti alla ferma opposizione della Segreteria di Stato, Parigi allora tornò sui suoi passi, e ora Kuhn Delforge è rappresentante diplomatico ad Atene. Anche sette anni fa si parlò di “provocazione”, visto che nella short-list presentata dall’Eliseo figuravano pure un luterano e un divorziato.