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Eni e Api. Così i cinesi di Fosun studiano il dossier raffinerie

Non ci sono soltanto affari immobiliari nel perimetro del gruppo cinese Fosun. La società di Pechino, come è emerso negli scorsi giorni, comprerà il palazzo di Piazza Cordusio sede del gruppo bancario Unicredit per 345 milioni di euro. A vendere, in questo caso, è il fondo Omicron Plus gestito da Idea Fimit sgr.

IL GRUPPO CINESE

Fosun, in Italia, detiene il 35% del gruppo della moda Raffaele Caruso. Inoltre, di recente, è stato uno dei protagonisti della finanza francese nell’operazione che l’ha portato ad acquistare il Club Med, soffiandolo ad Andrea Bonomi. Da ultimo, è emerso come uno dei pretendenti del Cirque du Soleil.

NUOVI INTERESSI IN ITALIA

Ma in Italia c’è anche un altro settore che il gruppo cinese sta vagliando. Secondo indiscrezioni finanziarie milanesi, emissari di Fosun nelle ultime settimane stanno studiando il dossier raffinerie. In particolare il gruppo sarebbe interessato a rilevare 5 raffinerie italiane, dalle alterne vicende, tra cui Falconara, Livorno, Mantova e Porto Marghera. Da un’analisi della rivista on line specializzata in energia Staffetta Quotidiana su dati dell’Unione petrolifera, si rileva che Falconara è di proprietà di Api, Mantova è della società Ies, mentre Livorno e Porto Marghera sono del gruppo Eni.

IL MERCATO DELLA RAFFINAZIONE

Ecco come sintetizzava il mercato italiano della raffinazione il presidente dell’Unione Petrolifera, Alessandro Gilotti, in una recente audizione parlamentare: “In Italia nel 2011‐2014 sono state chiuse o trasformate in poli logistici 4 raffinerie (Cremona, Roma, Marghera e Mantova) con effetti sull’occupazione sia diretta che indotta. Altri impianti hanno sospeso temporaneamente le lavorazioni o ridimensionato le linee di produzione. Le imprese attive nel downstream (raffinazione e distribuzione) in questi ultimi anni hanno chiuso i bilanci con perdite significative, pari a quasi 7 miliardi di euro, di cui circa un terzo nel solo 2013. Anche le raffinerie più efficienti sono a rischio chiusura”.

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