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Expo e dintorni, perché non si devono sottovalutare i gruppuscoli eversivi

A poche ore dall’inaugurazione dell’Expo, la tensione è altissima. Le Forze dell’ordine scoprono covi in cui vengono nascoste armi improprie. C’è in giro – a partire dalla magistratura – troppa sottovalutazione di questi segnali, che sono senz’altro espressione di realtà minoritarie ma non residuali. Fatti recenti hanno dimostrato che i gruppi eversivi hanno ampia capacità di reclutamento, anche tra i giovani. La loro tattica è cambiata: non sono più una setta che vive rinchiusa ed appartata, ma una componente attiva nei conflitti sociali, magari pronta a transitare – a vele spiegate – nel campo dell’estremismo fondamentalista.

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Ex segretari di partito, presidenti di commissioni, ex premier, ex capigruppo, ex candidati alla leadership e quant’altro. A considerare i pedigree dei deputati del Pd che non rispondono alla ‘’chiamata’’ in occasione dei voti di fiducia sull’Italicum viene spontaneo chiedersi come possa Matteo Renzi ‘’farsene una ragione’’, se ha contro di sé il Gotha della ‘’ditta’’. Il fatto è che i dissidenti sono tanti generali senza esercito. Quelli della minoranza dem che hanno votato la fiducia sono in numero maggiore di quelli che non lo hanno fatto. Persino Alì Babà (absit iniura verbis) poteva contare su 40 seguaci. Più di quelli di Bersani e compagni.

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