Sto seguendo con attenzione gli effetti politici in seno al PLI (Partito Liberale Italiano) collegati all’adesione come “indipendente” del deputato liberale Ivan Catalano (eletto nelle file del M5S) al gruppo alla Camera di “Scelta Civica per l’Italia”.
Dopo l’adesione di Catalano, con conferenza stampa ufficiale, in via della Missione (alla presenza del responsabile degli Enti locali, Mariano Rabino, di Andrea Mazziotti, capo-gruppo alla Camera di SC e di Enrico Zanetti, segretario del partito) ci sono state 24 ore molto turbolenti in casa PLI. Già nelle ore precedenti l’adesione a SC, lo stesso Catalano (l’ingresso da indipendente lasciava aperta la porta di fatto alla possibilità per il PLI di entrare in una nuova casa dei Liberali) è stato oggetto di un fitto invio di mail da parte dei vertici del PLI che lo hanno invitato ad attendere e valutare meglio questa scelta, appellandosi anche a norme statutarie che lo avrebbero estromesso dal partito stesso. E così è successo, perché, ieri, è stato pubblicato il seguente comunicato stampa su www.partitoliberale.it.
L’On. Ivan Catalano non è più deputato del PLI. Avendo abbandonato la Componente parlamentare di cui il Partito è membro e fondatore, per aderire al Gruppo di Scelta Civica, ha violato gli obblighi statutari. Tale decisione, che peraltro ha danneggiato il Partito Liberale, ne determina automaticamente la decadenza da iscritto.
Questo ulteriore pellegrinaggio politico certifica l’inaffidabilità del soggetto e lo rende incompatibile con i valori ideali e morali del PLI.
Ora al di là della “scivolata” finale sul tema dell’inaffidabilità del soggetto, come si legge sul sito del PLI, che potrebbe essere prodromico di nuove turbolenze tra lo stesso Catalano e il Partito Liberale (in altre sedi, diverse dal Parlamento), considerando il giudizio “gratuito” e non richiesto sul deputato lombardo, questa scelta comporterà inevitabilmente la “chiusura politica” (non ci vuole un genio per capirlo) sul tema della nascita di un nuovo contenitore di matrice liberale, aperto, in linea di principio, anche al PLI.
E’ chiaro che Scelta Civica, motore principale di questo progetto, che partirà nei prossimi mesi, difenderà, a questo punto, il proprio “nuovo” deputato e non aprirà più la porta al PLI.
Tradotto in italiano: in questo nuovo contenitore potrebbero entrare tutti i movimenti liberali tranne il PLI (anche per la manifesta litigiosità interna che pervade questo contenitore politico ormai da troppo tempo).
Anche perché come potrebbe il PLI chiedere di entrare in un contenitore, gestito da SC, dove lavora un suo espulso? Il desiderio di dare una risposta forte a Catalano ha generato un nuovo vulnus ed un errore tecnico-politico di difficile soluzione. Alla fine qual è oggi l’appeal del PLI? Non ha più un deputato (arrivando perfino ad espellerlo); è in crisi con Daniele Toto (l’unico con rappresentanti politici sui territori e motore nazionale del partitoi) e Maurizio Facchettin , coordinatore del FVG, nelle ultime ore, ha chiesto al partito, di fatto, di diventare il nuovo segretario politico. Bisognerà attendere, a questo punto, le decisioni del binomio De Luca-Morandi, che dirigono il partito, ma il Pli è in cul de sac. O lascia la direzione a Facchettin, l’unico oggi con i numeri veri nel partito, o non so come ne possa uscire.
Scelta Civica sbarrerà la porta; di rappresentatività, al momento, non se ne vede (se non in minuscole enclavi). Per rispondere all’aut-aut di Facchettin, Morandi dovrebbe rassegnare le dimissioni. Ma c’è troppo orgoglio nel partito per accettare una simile situazione, anche se è l’unica via per uscire dalla crisi, che attanaglia il partito da tempo, con uscite eccellenti, che si sono susseguite nel tempo, a partire dall’icona giornalistica Paolo Guzzanti, oggi in area Forza Italia e vera ed unica “star” del PLI di De Luca.
Facchettin sta aspettando una risposta ufficiale, ma non attenderà, secondo me, all’infinito. Non ha più tempo da perdere. Questa politica ormai è cinetica – non si può stare alla finestra all’infinito. Certamente un’uscita del liberale giuliano sarebbe un colpo difficile da ammortizzare, perché il FVG è Facchettin. Non c’è neppure un commissario da spedire sui territori per rilanciare l’area friulana-giuliana. Per Morandi-De Luca, forse, non si prospetta una Pasqua serena. Troppi i dubbi (Daniele Toto non è più il CNO, ma non demorde ed è dentro il partito ed è l’unico con relazioni inter-partitiche di livello), poche le soluzioni politiche per rialzarsi. Nel frattempo, nel nuovo contenitore liberale democratico promosso da Scelta Civica c’è già la fila per entrarvi, ma le sedie non sono infinite. Anzi, purtroppo, per qualcuno non c’è neppure la sedia.