“Aprile sarà il mese della Resistenza Democratica”. E’ quello che si sente dire nella sede di Italia Unica, il partito fondato da Corrado Passera. I passerotti celiano o parlano seriamente? A molti non passerotti non è ancora chiaro.
Ma nell’entourage dell’ex banchiere ed ex ministro non si celia troppo, sembra. Ai militanti del partito di Passera è giunta ad inizio settimana ad esempio una email trionfante firmata da Giovanna Salza, moglie del fondatore di Italia Unica e uno dei componenti della direzione nazionale del partito, piuttosto gongolante sui risultati dello scorso fine settimana nelle principali piazze delle maggiori città italiani in cui è stato diffuso un manifesto-appello contro le riforme istituzionali alla Matteo Renzi.
Succo del manifesto? Secondo Italia Unica, la nuova legge elettorale e la riforma del Senato all’esame del Parlamento “mettono in gioco la tenuta della democrazia e il rispetto della rappresentanza”.
All’appello, tra l’altro, hanno aderito parlamentari di diversi partiti: da Augusto Minzolini di Forza Italia, a Pippo Civati e al lettiano Guglielmo Vaccaro del Pd, passando per Mario Mauro dei Popolari per l’Italia, fino ai Radicali Italiani con le firme di Marco Pannella, Emma Bonino, Rita Bernardini.
Anche diversi intellettuali e giuristi, secondo indiscrezioni raccolte da Formiche.net in ambienti universitari, avrebbero espresso consensi all’appello. Tanto che non si esclude una sorta di lettera-aperta di sostegno a carattere più accademico. Tra chi avrebbe plaudito all’iniziativa ci sarebbe Salvatore Settis.
Ecco le due critiche-clou di Italia Unica all’Italicum e al Senato alla Renzi:
“Ci preoccupano due scelte strutturali molto pericolose:
• La prima scelta che riteniamo sbagliata e pericolosa riguarda il premio fino al 15% – equivale a molti milioni di voti – alla lista che raggiunga il 40% al primo turno senza che venga previsto alcun tipo di contrappeso (per esempio maggioranze qualificate per la nomina del Presidente della Repubblica). Si tratta di una soluzione che non ha pari in nessun’altra democrazia matura.
• La seconda scelta che riteniamo sbagliata e pericolosa riguarda la sostanziale impossibilità per i cittadini di poter scegliere i propri rappresentanti in Parlamento: la stragrande maggioranza di Deputati e Senatori rimarrebbero dei “nominati”: il 100% dei Senatori sarebbero eletti in secondo grado, quasi tutti dai Consigli Regionali, e buona parte dei Deputati – grazie a liste bloccate e candidature multiple – sarebbe scelta dalle segreterie dei partiti”.
In queste ore passeriani di spicco come il coordinatore Lelio Alfonso e l’economista Riccardo Puglisi hanno ritwittato la notizia secondo cui il presidente del gruppo di giovani leopoldini e renziani FutureDem, Del Balzo, si dichiara attento al progetto di Passera e disilluso del Pd, più che di Renzi. Peccato, come ha poi scritto Del Balzo su Facebook, sia stato solo un pesce d’aprile.
Altri rumors, però, turbano l’effervescenza dei passerotti. In ambienti bancari si mormora da tempo che l’ex Intesa ed Abi, Francesco Micheli, che aveva partecipato fin dal principio al progetto di Italia Unica, si sarebbe defilato. Faceva parte della direzione nazionale del neo nato partito, era in procinto di assumere le funzioni di tesoriere, poi è scomparso dalla lista dei membri della direzione nazionale che è sul sito di Italia Unica e il tesoriere non è Micheli ma un altro membro della direzione, come si evince dalla variegata squadra composta da Passera.
Che succede? Tra qualche banchiere si vocifera che Micheli si sarebbe defilato dal progetto passeriano. Tra i passerotti si assicura, invece, che l’ex Intesa ed ex Abi ha un ufficio e lavora sempre nella sede di Italia Unica, occupandosi della fondazione. Mistero risolto?