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Lavoro: ecco numeri veri e sicure fandonie

La Confederazione nazionale dell’artigianato (CNA) ha tessuto le lodi del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, annunciando che nel solo mese di marzo, nelle piccole imprese, sono aumentate le assunzioni, soprattutto attraverso questa tipologia di nuovo conio. In quelle stesse ore il ministro Giuliano Poletti dichiarava che sarebbe soddisfatto se le assunzioni a tempo indeterminato arrivassero, entro l’anno, al 30% del totale (in parole povere: raddoppiassero).

La CNA non ha chiarito, nelle sue statistiche, se si tratti di nuove assunzione o di trasformazione di precedenti contratti a termine o di collaborazione (addirittura il decreto legislativo annovera persino la conversione dei contratti di apprendistato che sono, per definizione, contratti a tempo indeterminato fin dall’inizio). E il problema è proprio questo: il nuovo contratto è destinato a creare maggiori posti di lavoro oppure a mutare soltanto il mix della composizione del mercato del lavoro, per quanto riguarda i flussi in entrata?

Siamo i primi a riconoscere che siffatte domande sarebbero mal poste. In primo luogo perché si sottovaluterebbe l’effetto del robusto incentivo previsto dalla legge di stabilità: per ogni assunto nel 2015 il datore di lavoro, nel corso del triennio, riceve, in pratica, dallo Stato (come decontribuzione) la retribuzione (lorda) di un anno. Il fatto nuovo è che, questa volta, ad un pesante bonus economico, si aggiunge un importante incentivo normativo, grazie ad un sostanziale alleggerimento della disciplina sul recesso individuale. Resta però confermato (anche dalle più recenti statistiche dell’Istat sull’occupazione e la disoccupazione) che i posti di lavoro li crea l’economia.

Nessuna legge potrà mai convincere un datore di lavoro ad assumere se non lo ritiene, non solo necessario, ma se non giudica di poterlo fare con una certa sicurezza di continuità. Altrimenti può avvalersi di altri mezzi: più rozzi come il ricorso al lavoro straordinario o alla riorganizzazione dei turni; più sofisticati come la somministrazione; più sbrigativi come il lavoro a termine (non si dimentichi mai che la stragrande maggioranza di questi ultimi rapporti hanno una durata molto breve). L’occupazione, allora, prenderà quota se ripartirà l’economia.

Nell’Indagine dello scorso 13 aprile a cura del Centro Studi della Confindustria vengono indicati trend della produzione industriale prudenti ma lusinghieri. ‘’Nel primo trimestre del 2015 – si legge – è stimato un incremento dello 0,2% sul quarto 2014 (quando si è avuto un arretramento dello 0,1% sul precedente). Il secondo trimestre del 2015 eredita dal primo un abbrivio positivo (+0,3%). Gli indicatori qualitativi anticipatori segnalano il proseguimento della tendenza di recupero: la componente ordini totali del PMI manifatturiero – in area di espansione per il secondo mese consecutivo – indica in marzo un marcato incremento, nettamente superiore rispetto a quello rilevato in febbraio (54,5, massimo da maggio scorso, da 51,2); quella relativa agli ordini esteri mostra un significativo progresso (indice a 56,7 da 55,2, massimo da 8 mesi)’’.

Altri segnali importanti provengono dai dati dell’export e dell’industria dell’auto. Tutto ciò vuol dire che il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, al dunque, è sopravvalutato nei suoi effetti? Questa non sarebbe una conclusione corretta. Gli obiettivi del jobs act sono sempre stati rivolti non solo ad aumentare, teoricamente, l’occupazione, ma anche a migliorarne la qualità mediante processi di stabilizzazione di posti, magari già esistenti, ma regolati da rapporti precari.

La linea di tendenza iniziale va in questa direzione: è giusto riconoscerlo. Del resto, le considerazioni del ministro del Lavoro confermano la nostra analisi. Se così è, occorre ribadire che è stata saggia la decisione del Governo di non modificare – nel contesto del jobs act – la riforma dei contratti a termine, visto che le aziende – anche sostenendo un costo maggiore – non rinunciano ad avvalersi di questo rapporto.

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