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Muos, tutti gli effetti nefasti del sequestro

Nuovi ostacoli per il Muos. La procura di Caltagirone ha ordinato il sequestro del sistema di comunicazioni satellitari della Marina militare americana che si trova in territorio Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Il provvedimento arriva dopo la decisione del Tar di Palermo che aveva accolto i ricorsi dei comitati contro l’infrastruttura e del Comune, uniti contro la prosecuzione dei lavori di realizzazione dell’impianto.

LA VALENZA STRATEGICA

Si tratta di un duro colpo, rilevano molti osservatori, perché il sistema di difesa satellitare che il governo Usa ha deciso, d’intesa con le autorità italiane, di installare, ha una grande valenza tecnologica e strategica e rafforzerebbe ulteriormente il ruolo centralissimo del nostro Paese nel quadrante euromediterraneo. Il Muos, Mobile User Objective System, è un programma di comunicazione satellitare a banda stretta di nuova generazione del Dipartimento della Difesa per sostenere le operazioni militari Usa e Nato in tutto il mondo. Un’opera importante per l’Alleanza Atlantica, che è solo una parte di una costellazione di quattro satelliti operativi, di cui due negli Stati Uniti e uno in Australia, che consentiranno di rivoluzionare le comunicazioni militari e coprire l’intero pianeta.

IL BRACCIO DI FERRO

La disposizione del sequestro è stato data dal procuratore Giuseppe Verzera per violazione del vincolo paesaggistico di inedificabilità assoluta presente in una riserva naturale, al quale sono sottoposte anche le costruzioni di carattere militare. Il Muos aveva già dato vita a un lungo braccio di ferro tra Regione ministero della Difesa, proseguito nonostante fosse stato smentito ogni pericolo sanitario derivante dall’infrastruttura. Nonostante alcuni rilievi del Tar, è stato l’Istituto Superiore di Sanità con un dettagliato rapporto a rassicurare i cittadini: l’impianto non fa male alla salute.

Molti analisti hanno sottolineato come, alla luce di questi dati, la costruzione del Muos sia un’occasione per l’Italia per poter finalmente dare seguito, senza ombra, agli accordi internazionali sottoscritti, dimostrando una volta di più l’attenzione ai temi della tutela della salute e dell’ambiente. Oltre ad essere un momento significativo non solo nel rapporto pur fondamentale con gli alleati americani ma anche il segno che è possibile, più in generale, costruire una infrastruttura in Italia.

LA RISPOSTA DEGLI USA

Tutto ciò viene ora messo (di nuovo) a repentaglio e – in attesa di un intervento del Governo, se ci sarà -, non è chiaro cosa potrebbe accadere. Quel che è certa è risposta della Marina statunitense di Sigonella. “Prendiamo atto della decisione della Procura di Caltagirone di ordinare il sequestro dell’impianto satellitare Muos a seguito della decisione del Tar di Palermo”, ha spiegato l’ufficio stampa, ricordando che “ogni nostra azione avviene nel pieno rispetto della normativa italiana, ci auguriamo una rapida risoluzione del contenzioso al fine di garantire un efficace sistema di comunicazione finalizzato alla difesa”.

“L’occasione ci è utile – ha aggiunto il press office – per sottolineare la nostra piena disponibilità alle autorità e al territorio per qualunque chiarimento e per ricordare che ripetuti studi effettuati dalle autorità sanitarie italiane competenti hanno dimostrato l’assenza di rischi ambientali e alla salute collegati a questa installazione”.



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