Palazzo Chigi ha replicato all’intervista del presidente dell’Inps Tito Boeri e alle sortite quotidiane del ministro Giuliano Poletti: non ci sono risorse per modificare in modo sostanziale la riforma delle pensioni Monti-Fornero sul tema cruciale dell’età pensionabile. Eppure, in Commissione Lavoro della Camera inizia, in questi giorni, l’esame di un progetto di legge di iniziativa parlamentare che vorrebbe introdurre criteri di flessibilità del pensionamento. Il presidente Cesare Damianoafferma che le risorse si possono trovare attingendo ai risparmi assicurati dalla riforma del 2011: come se non sapesse che – secondo le regole di bilancio – quelle risorse sono già state contabilizzate e che, per manomettere la legge, ne servirebbero di nuove. E tante.
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Ma quanto hanno già dato i pensionati negli ultimi anni, in conseguenza dei provvedimenti adottati dai governi che si sono succeduti? Lo ricordiamo. Nel 2012 sono stati colpiti ben 5.192.338 pensionati per un totale di indennità di perequazione non erogata di circa 3,8 miliardi (la quota più consistente, per poco meno di un miliardo, è gravata sui percettori di un trattamento superiore a 3mila euro lordi mensili). Nel 2013, la platea è rimasta la stessa, ma il taglio è salito a 4,4 miliardi (di cui 1,1 miliardo a carico dei predetti pensionati con più di 3mila euro). In sintesi ed arrotondando gli importi: nei due anni di blocco (2012 e 2013) la perequazione persa (per sempre) è ammontata a 8,2 miliardi (sic!) che, spalmati su 5,2 milioni di soggetti interessati, ha determinato una riduzione media pro-capite di 1.584 euro. Nel 2014 sarebbe dovuto tornare in vigore il sistema previgente di perequazione, ordinato per fasce orizzontali di pensione. Il passaggio ad un diverso sistema di perequazione per fasce verticali determinerà, secondo le previsioni, una riduzione di spesa, nel periodo 2014-2016, di circa 5 miliardi di euro.
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I bookmaker inglesi accettano scommesse su tutto: partite di calcio, gare sportive, eventi politici e quant’altro. Pare che ci siano persino degli scommettitori sulla linea di condotta della sinistra dem in merito voto sull’Italicum alla Camera. I bookmaker hanno deciso di non accettare scommesse (che sarebbero tutte in perdita) sul voto favorevole, mentre riconoscono una quotazione altissima (pari a 25 a 1), sul voto contrario. Evidente hanno capito che andrà a finire con la solita calata di braghe in nome della unità della ‘’ditta’’. Diceva Alessandro Manzoni che il coraggio uno non se lo può dare.