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Quale lavoro festeggiamo il Primo Maggio?

Mentre si preparano palchi e festeggiamenti per celebrare, il 1° maggio, la Festa dei lavoratori, i dati Istat segnalano ancora una volta il baratro – tutto italiano, visto che l’Europa continua invece a registrare segnali di crescita – di una disoccupazione che torna a salire registrando, rispetto al mese di febbraio, una crescita percentuale dello 0,2% e attestandosi complessivamente al 13,02%: il dato più alto da novembre scorso,nonostante i proclami trionfalistici del ministro del Lavoro e del presidente dell’Inps.

La realtà è ben diversa da quella che ci vorrebbero far sognare. Il flop del piano Garanzia Giovani è sotto gli occhi di tutti, mentre la disoccupazione giovanile torna a salire attestandosi al 43,1%: un dato che non fa che aggravare il gap generazionale che blocca la crescita del Paese.

Stupisce che, ancora una volta, davanti a questo sfacelo il governo metta al primo posto le preoccupazioni legate alla legge elettorale, palesando una macroscopica distrazione sui temi veramente importanti per l’Italia, come il lavoro, il fisco, le politiche per la famiglia.

E’ necessario che tutti i soggetti interessati alla “questione lavoro” debbano sentirsi chiamati a dare il proprio contributo a questo sforzo, collettivo e comunitario, con idee e progettualità capaci di guardare al futuro, e di parlare ai lavoratori – soprattutto ai giovani -, del tempo, e del mondo, che verrà: non essendo più valide le melodie, le ricette, e i riti novecenteschi.



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