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Tap, ecco come Renzi abbraccia il gasdotto e silura Vendola

Porterà il gas naturale dall’Azerbaijan all’Europa, passando per la Grecia e l’Albania, attraversando l’Adriatico e approdando in Puglia, a San Foca. Entrerà in funzione dal 2020, sarà lungo 870 chilometri, avrà un costo di 40 miliardi di euro e una capacità di 10 miliardi di metri cubi di gas trasportabili all’anno, raddoppiabili.

Il via libera all’autorizzazione per la realizzazione del gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline), è giunto ieri durante il Consiglio dei ministri, nonostante il no dell’amministrazione regionale presieduta da Nichi Vendola. La valutazione di impatto ambientale era favorevole.

LA SOCIETA’

L’azionariato TAP annovera tra i soci le principali società del settore energetico: Socar, Società Petrolifera di Stato della Repubblica dell’Azerbaijan (20%), Statoil, società di servizi energetici internazionale che opera in 34 Paesi (20%), BP, società petrolifera internazionale (20%), Fluxys, gruppo attivo nelle infrastrutture di trasporto del gas naturale con sede in Belgio (19%), Enagás, società di trasporto del gas naturale responsabile della gestione del gas spagnolo (16%) ed Axpo, che eroga energia in Svizzera e in Europa (5%).

LA POSIZIONE DEL GOVERNO

“Il progetto sarà portato avanti nella totale osservanza di tutte le prescrizioni previste dalle amministrazioni intervenute nel procedimento, prevedendo anche le opportune misure per massimizzare le ricadute positive sull’economia del territorio e sulle attività tipiche locali”, si legge in una nota di Palazzo Chigi.
Ricordando che “l’infrastruttura ha conosciuto una lunga elaborazione e un’istruttoria complessa, durata alcuni anni, che ne ha vagliato in maniera approfondita tutti gli aspetti, a partire dalla compatibilità ambientale”, il governo ha “ribadito all’unanimità la rilevanza del gasdotto sotto il profilo della necessità di una diversificazione delle forniture energetiche, anche alla luce dell’esigenza di aprire un nuovo corridoio energetico per importare il gas prodotto nell’area del Mar Caspio in Italia e in Europa, in ottemperanza ad obblighi comunitari e internazionali assunti dall’Italia”.

IL COMMENTO DEL MINISTRO GUIDI

“È il termine di una procedura complessa” per un’opera ritenuta “strategica per la politica di sicurezza e l’approvvigionamento energetico per l’Italia e per l’Ue”, ha commentato ieri il ministro Federica Guidi spiegando il via libera del Cdm al progetto.

IL DISACCORDO DI VENDOLA

La Regione Puglia aveva espresso il proprio disaccordo sull’opera, e per questo, ha specificato il governo, il Presidente Nichi Vendola è stato convocato al Mise per illustrare le ragioni del dissenso.
Ma a nulla deve essere servito: “L’ok del governo supera il dissenso della Regione e spiana la strada al rilascio dell’autorizzazione unica da parte del ministero dello Sviluppo economico”, si legge sul Sole 24 ore.
Per Vendola, la decisione del governo rappresenta “una punizione enorme per una regione che ha dato, e continua a dare, un importante contributo alla produzione, alla distribuzione e al trasporto dell’energia all’intero Paese”.


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