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Black bloc e Daspo, ecco le misure allo studio del governo

La guerriglia inscenata dai black bloc per le strade di Milano ha riacceso i riflettori sull’inadeguatezza delle attuali regole d’ingaggio per le Forze dell’ordine. Un problema che, come di consueto, il governo pensa di risolvere con un provvedimento d’urgenza ancora da definire, ma già al vaglio di Palazzo Chigi e Viminale.

IL PERCORSO

In un’intervista al Corriere della Sera, è stato lo stesso ministro dell’Interno Angelino Alfano a spiegare ieri il percorso preferito per adottare le nuove misure: “Sono più favorevole al disegno di legge con corsia preferenziale, in ogni caso ne discuteremo nelle prossime ore. Intanto daremo uno strumento più efficace ai prefetti“.

LE NUOVE (VECCHIE) MISURE

Nel nuovo disegno di legge sulla sicurezza urbana – ha detto il titolare del Viminale – abbiamo previsto l’arresto differito per i manifestanti in modo da avere ancora più poteri per bloccarli e inaspriremo il trattamento sanzionatorio per chi porta un casco o altri indumenti per celare la sua identità“. Tre giorni dopo il corteo dei No Expo che ha incendiato il centro del capoluogo lombardo, il governo pensa anche a un vero e proprio Daspo per i manifestanti violenti, come scrive oggi II Messaggero.

IL DOSSIER DASPO

Il Daspo è il “divieto di accedere alle manifestazioni sportive che, in questo caso, saranno i cortei“. L’arresto in flagranza differita, invece, specifica il quotidiano diretto da Virman Cusenza, “consente di mettere le manette ai devastatori entro le 48 ore, e non come avviene ora, nell’immediatezza“. Si tratta, in verità di proposte già note, che come testimoniano vecchi articoli facilmente reperibili in Rete, vennero ipotizzate già nel 2010 dopo alcuni disordini a Roma, quando al Viminale siedeva Roberto Maroni e Alfano era Guardasigilli nell’ultimo esecutivo guidato da Silvio Berlusconi.

GLI OSTACOLI DA RIMUOVERE

Ma non è tutto. Sono molte, secondo gli inquirenti le anomalie da sanare nel nostro sistema. Ora, ad esempio, ricorda il giornale romano, grazie ai controlli e alle centinaia di di video girati, è probabile che si possa individuare qualcuno dei responsabili dello scempio per le vie meneghine, ma potranno essere denunciati “solo per devastazione“. A meno che “non trovino tracce concrete che attestino la reale partecipazione del soggetto agli scontri”. Un cambiamento che si vorrebbe affiancare all’introduzione di “un reato associativo per chi esercita violenza aggravata nelle manifestazioni” e a “divieti preventivi” di sfilare per le strade del centro, come avviene per i match di calcio ad alta pericolosità. In quei casi s’impedisce ai tifosi di andare in trasferta”. In questo caso di raggiungere il luogo della manifestazione e di verificare che ciò avvenga costringendo alla firma in caserma il destinatario del provvedimento restrittivo. Per ora si tratta di idee, ma qualcosa andrà fatto e ad invocarlo sono le stesse Forze dell’ordine.

LA DENUNCIA DEL SAP

Gianni Tonelli, segretario del Sindacato autonomo di Polizia (Sap), racconta, in una conversazione con Il Giornale pubblicata oggi, che a Milano “sono state lanciate 500 bombe carta con pece in grado di cagionare lesioni gravi” e i violenti “hanno usato molotov di nuova generazione, che paiono innocue perché si innescano con la caduta o, forse, al contatto con l’aria e sono dunque molto più pericolose“. Poi la denuncia, nella conversazione con Gian Maria De Francesco: “Dobbiamo ringraziare il cielo che non sia avvenuto qualcosa di irreparabile… Servono strumenti concreti come l’arresto obbligatorio per travisamento e danneggiamento. Serve che non vengano votati provvedimenti come il reato di tortura perché se un collega avesse preso un black bloc intimandogli di rivelare il nascondiglio delle molotov, con la nuova normativa, avrebbe rischiato una pena detentiva“.

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