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Abu Alaa al Afri, ecco i segreti del numero due dell’Isis ucciso (forse) in Iraq

Abd al-Rahman Mustafa al-Qaduli, alias Abu Alaa al-Afri, numero due del sedicente Stato Islamico (Is), è stato ucciso in un raid aereo della coalizione internazionale guidata dagli Usa. Ad annunciarlo è stato il governo iracheno in un comunicato diffuso dal ministero della Difesa. L’attacco aereo è stato effettuato a Tal Afar, una cinquantina di chilometri a ovest di Mosul. Ma il Pentagono non conferma.

CHI ERA

Secondo fonti americane era nato nel 1957 o nel 1959 a Mosul, in Iraq ed era di etnia turkmena.

LA TAGLIA

Il suo nome era sconosciuto ai più fino alla settimana scorsa, quando il Dipartimento di Stato Usa aveva inserito il suo nome nella lista dei terroristi più ricercati, rendendosi disponibile a dare un compenso di 7 milioni di dollari per chi fornisca notizie utili alla sua cattura. È la più alta taglia offerta dalle autorità statunitensi per un leader dell’Isis a parte il califfo” Abu Omar al-Baghdadi, sul cui capo pendono invece 10 milioni di dollari.

LA VITA

Al-Afri si sarebbe unito ad al-Qaeda nel 2004, ricoprendo prima il ruolo di vice comandante e poi leader dell’organizzazione a Mosul. L’uomo è stato catturato e poi rilasciato nel 2012. Nello stesso anno si è unito allo Stato Islamico e avrebbe trascorso diversi mesi in Siria.

IN CORSA PER LA SUCCESSIONE

Dopo il raid subito a Baghdad il 18 marzo scorso da al-Baghdadi, ora in uno stato di “inabilità”, a causa di un “danno spinale”, il Guardian aveva rivelato che al-Afri, numero due dell’organizzazione, sarebbe stato tra i favoriti per sostituire temporaneamente il “califfo” divenendo una sorta di super vice.


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