Il mondo non deve temere l’espansionismo cinese, ma la Repubblica Popolare non accetterà ingerenze né in territori virtuali – come il cyber spazio – né in quelli che considera i “cortili” della sua immensa casa. È uno dei concetti chiave del nuovo Libro Bianco della Difesa di Pechino, un testo di circa 9mila parole, tradotto in 8 lingue e intitolato “La strategia militare della Cina”.
LA STRATEGIA DI PECHINO
Nel documento – il primo di questo genere, spiega l’agenzia Xinhua – , il Paese presieduto da Xi Jinping prova a rassicurare il mondo sulla volontà di ascendere in maniera pacifica, senza però rinunciare a mostrare i denti alla super potenza americana. Il riferimento è soprattutto alla numerose dispute marittime in atto, che Pechino considera importantissime per difendere i propri interessi commerciali.
LE TENSIONI NEI MARI
Sono sempre più numerose le tensioni nel Mar Cinese Orientale, con i vicini Vietnam e Filippine (che avrebbero “continuato a costruire su alcune delle isole della Cina“), e soprattutto in quello Meridionale, dove tiene banco un pericoloso braccio di ferro col Giappone, alleato di Washington. I due Paesi si contendono le Isole Senkaku (come le chiamano a Tokyo) o Diaoyu (il nome dato loro da Pechino), strategicamente rilevanti per intensificare la presenza in uno spazio marittimo ricco di risorse naturali e importante per il commercio estero. Tutti motivi per i quali “la Marina dell’Esercito popolare di liberazione sposterà gradualmente l’attenzione dalla difesa delle acque al largo a una combinazione di difesa delle acque al largo e protezione in mare aperto“, che tradotto – rileva Foreign Policy – vuol dire che Pechino non rinuncerà ad avere un atteggiamento muscolare, se necessario, pur nella consapevolezza di una forza militare e geopolitica ancora acerba.
IL DOMINIO DEL CYBER SPAZIO
Il Dragone, insomma, prova a volare, timidamente per ora, come si confà ad una potenza in ascesa, ma ancora tutta da costruire, ad esempio nel cyber spazio.
Mentre le forze tradizionali cinesi sono quelle numericamente più ampie al mondo (il People’s Liberation Army, il Pla, conta su circa 2 milioni e 300 milioni soldati), il Partito Comunista, si legge nel documento, punta a costruire un esercito cibernetico degno di questo nome, migliorando “le sue capacità in consapevolezza della situazione informatica e della cyber difesa“, anche stringendo nuove alleanze.
L’ASSE PECHINO-MOSCA
Come quella annunciata da poco con la Russia, foriera – per molti analisti – di una cooperazione militare ad ampio raggio.