Il 15 maggio a Firenze, presso Palazzo Medici Riccardi, si parlerà di investimenti stranieri in Italia e di interessi nazionali.
L’evento è organizzato dall’associazione per le Politiche di Interesse Nazionale (Pin) e ha come obiettivo l’analisi degli investimenti esteri in Italia in chiave qualitativa piuttosto che quantitativa.
CHI PARTECIPA
I lavori inizieranno con il saluto di Sandro Fallani, consigliere delegato allo
sviluppo economico della Città Metropolitana di Firenze, e saranno coordinati da Paolo
Messa, fondatore della rivista Formiche. All’intervento introduttivo di Francesco Butini,
Segretario generale dell’associazione Pin, seguiranno quelli di Fabrizio Monsani,
Coordinatore del Gruppo delle Multinazionali di Confindustria Toscana, e di Gianni
Dragoni, giornalista del Sole 24 Ore. Concluderà il prefetto Adriano Soi, Presidente dell’associazione Pin.
COME ORIENTARE GLI INVESTIMENTI
Come si legge in una nota, partendo dalla constatazione del trend positivo degli investimenti esteri in Italia rispetto agli altri Paesi europei, il dibattito tenterà di dare una risposta alle domande se questo andamento positivo sia da attribuire al “merito del quantitative easing, delle misure adottate dai governi Letta e Renzi, o del fatto che le riforme strutturali attualmente in corso in Italia faranno finalmente cambiare in meglio la percezione che gli investitori e gli imprenditori stranieri hanno del nostro Paese? O di tutte queste cose assieme? E, d’altra parte, gli investimenti stranieri sono sempre e comunque positivi per il nostro Paese? E’ possibile distinguere le iniziative volte a creare valore e occupazione dal puro shopping industriale?”.
IL FINE
Il fine ultimo dell’associazione Pin, sostengono gli organizzatori dell’evento, è quello di voler puntualizzare come vi sia uno spartiacque invalicabile tra le regole del liberalismo economico (alla base delle democrazie) e il “sacro egoismo nazionale”, volto a tutelare gli interessi economici, scientifici e industriali dell’Italia. Temi, sostengono, che molte volte in Italia vengono evitati o considerati scontati.