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Europarlamento, così popolari e socialisti vivono l’avanzata populista

All’indomani del risultato delle elezioni in Spagna e Polonia, a Bruxelles le due principali famiglie politiche, il PPE e il PSE, sono costrette a chiedersi che cosa stia succedendo: in Grecia “la confusione economica” regna sovrana, in Spagna avanzano I movimenti populisti, in Polonia il nazionalista Duda viene eletto presidente della Repubblica, in Ungheria il premier Viktor Orban vuole introdurre la pena di morte, in Gran Bretagna il premier David Cameron ha promesso un referendum per decidere se uscire dall’Europa.

Gli eurodeputati di “lungo corso”, nei conciliaboli tra i corridoi dell’Europarlamento, si interrogano: “Dove è finita l’Europa di De Gasperi, Adenauer, Spaak, Schuman, Spinelli, Monnet?”. I più critici pensano che a distanza di più di 50 anni dalla sua fondazione, la Comunità europea stia perdendo di vista i valori che sono stati alla base della sua costruzione, e sta iniziando ad andare in tilt. Gli addetti ai lavori non sanno individuare una causa scatenante, ma ritengono che molti fattori hanno contribuito all’indebolimento dell’Europa. Il contesto storico in cui è stata fondata la CEE era quello del post guerra mondiale, della ricostruzione, e del successivo boom economico; ma nei momenti di ripresa e di crescita è più facile costruire ed avere spirito di solidarietà. Non a caso I primi passi indietro degli Stati, I segni di sfiducia da parte dei cittadini e il trionfo dell’euroscetticismo, sono iniziati ai primi segni di crisi economica.

Inoltre lo spirito dei Padri Fondatori era quello della solidarietà, ma adesso l’Europa appare come una specie di palco dove tutti vogliono primeggiare, con la presunzione di alcuni di essere e governare meglio di altri e quindi di voler imporre le proprie cure ai Paesi considerati meno virtuosi. E’ in queste situazioni che la fiducia dei cittadini crolla, quando si viene additati come i peggiori della classe e si addossano a un Paese piuttosto che a un altro le colpe del sistema Europa che non funziona.

Sia nella famiglia socialista che in quella popolare, è emersa la preoccupazione delle delegazioni polacche e spagnole che hanno dovuto prendere atto che le persone hanno votato contro l’Europa; e nel caso dei popolari i capi delegazione (polacchi e spagnoli) hanno fatto notare che i cittadini hanno identificato il partito popolare con il partito della austerità e dei sacrifici e lo hanno punito.

Ma cosa è cambiato realmente rispetto al 1957? Alcuni burocrati dicono che è cambiato l’impegno politico con cui si partecipa, si negozia e si lavora in Europa. I più critici sostengono che alcuni politici interagiscono con l’Europa il tempo necessario a elaborare frasi spot da rilasciare ai giornalisti, e con un orecchio stanno sempre nel Paese di appartenenza perché, tra un viaggio e un altro a Bruxelles, “a casa” si susseguono elezioni locali, regionali e nazionali. Se a questo si aggiunge la volontà di comandare di alcuni Leader europei, il risultato si chiama: euroscetticismo e sfiducia.

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