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Gasdotto Tap, la forza delle aziende made in Italy nell’offshore e nell’esplorazione

Sul gasdotto Tap molto bene il “via libera” del governo Renzi. Infatti tale decisione va nella giusta direzione di una diversificazione dei Paesi e delle rotte di fornitura: significa affiancare nuovi partner a Russia (39% delle importazioni di gas in volume), Norvegia (33%), Algeria e Libia (insieme il 22%).

L’input della diversificazione dell’approviggionamento energetico è inoltre definito dall’European Energy Strategy approvato il 28 maggio 2014. Nel documento si punta molto alla diversificazione delle forniture esterne di energia, al potenziamento delle infrastrutture, alla realizzazione di un mercato interno dell’Ue per l’energia e il risparmio energetico.

La Commissione europea chiede proprio azioni concrete, a partire dalle valutazioni globali del rischio (stress test) da condurre a livello regionale o comunitario, simulando un’interruzione della fornitura di gas. L’obiettivo è verificare se e come il sistema energetico possa reggere al
rischio di un’interruzione delle forniture, sviluppando piani di emergenza e meccanismi di riserva.

Inoltre il gasdotto Tap, vede la forza delle aziende made in Italy nell’offshore e nell’esplorazione, Una di queste, la Fratelli Righini ha costruito diverse attrezzature che serviranno a Saipem per la realizzazione del Progetto SHAZ DENIZ 2, campo offshore da cui verrà estratto il gas trasportato dal gasdotto TAP. La Fratelli Righini fa parte del distretto Oil&Gas Offshore Ravennate, quello che meglio conosco perché è dove vivo e lavoro.

Ad oggi in crisi in Italia rimane l’altra principale priorità dell’European Energy Strategy. Infatti la Commissione propone di aumentare la produzione “locale di energia”, in particolare puntando sulla ‘produzione sostenibile di combustibili fossili’ sia sulle fonti rinnovabili, migliorando nel contempo l’efficienza energetica, soprattutto quella legata al settore edilizio, e di migliorare il coordinamento delle politiche nazionali dell’energia.


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