E’ davvero un po’ birbantello il premier. Ieri, al gran debutto di Matteo Renzi a Piazza Affari, una frase davvero chiara e netta ha fatto sobbalzare i presenti. No, non si tratta della frase “il capitalismo di relazione è morto, è un sistema che in Italia ha prodotto effetti negativi ed è arrivata l’ora di mettervi la parola fine”.
Certo la stoccata al “capitalismo di relazione” (ma esiste ancora?) ha meritato i titoli dei giornali e il plauso (ovviamente) della platea di manager e vertici delle aziende quotate; manager e vertici sovente espressione diretta o indiretta del capitalismo di relazione. Ma si sa, il premier – qualunque esso sia – è sempre bene incensarlo. Meglio una (buona) “relazione” in più che una in meno.
Per il resto, il discorso di Renzi è stato apprezzato dal confindustriale Sole 24 Ore per i buoni propositi espressi, mentre ha fatto mugugnare il quotidiano Mf/Milano Finanza, che ha rilevato pochi dettagli per la comunità finanziaria dai piani enunciati dal premier.
Ma la vera scudisciata del presidente del Consiglio non è stata quella (scontata) al “capitalismo di relazione”, bensì quella assestata all’ex direttore del Corriere della Sera. Beninteso, Renzi non ha mai menzionato o evocato Ferruccio de Bortoli. Una citazione del premier, però, è stata letta in riferimento all’ultimo editoriale di de Bortoli. Ecco la frase di Renzi: “Io sono molto affezionato a una frase di Chesterton: la democrazia è il governo dei maleducati, l’aristocrazia quello degli educati male”.
Traduzione: l’aristocratico de Bortoli è un educato male. Traduzione sbagliata? Non proprio.
De Bortoli la scorsa settimana ha salutato i lettori del Corriere del Sera strapazzando tra l’altro il presidente del Consiglio con varie espressioni, tra cui quella di “maleducato di talento”.
Incassato il “maleducato di talento”, Renzi ha dato a de Bortoli dell’educato male.
La nazione freme ora di conoscere l’educazione del nuovo direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana.