Il Muos è un’opera strategica per la sicurezza nazionale e, come tale, la sua realizzazione dovrebbe essere competenza del governo e non degli enti locali.
A crederlo è Gianpiero D’Alia, deputato, presidente dell’Udc e della Commissione Bicamerale per le questioni regionali, già ministro per la Pubblica amministrazione nel governo Letta, che in una conversazione con Formiche.net spiega perché il sistema satellitare è nel mirino della Regione Sicilia.
Onorevole D’Alia, nei giorni scorsi il Muos ha subito l’ennesimo stop, con il Tribunale del riesame di Catania che ne ha convalidato il sequestro penale.
La questione, nella sua complessità, è molto semplice: o il Muos è considerato a tutela della sicurezza nazionale, oltre che internazionale, e quindi il sistema si rende ancor più necessario visto quello che succede nel Mediterraneo e visto il pericolo terrorismo; oppure lo si considera inutile e dunque Comune e Regione hanno la titolarità di dire di no all’opera. Io credo nella prima ipotesi e auspico che ci sia un intervento in merito.
Che tipo di intervento?
In precedenza il governo ha fatto ricorso al Tar contro provvedimenti della Regione sul Muos. Ciò vuol dire che sia il ministero della Difesa, sia Palazzo Chigi, conoscono bene la questione. Il governo deve farsi carico del dossier, anche attraverso un intervento normativo che stabilisca che la scelta su materie così delicate per l’intero Paese debba spettare a Palazzo Chigi.
Può fare un esempio?
Nel decreto Sblocca Italia vennero inserite norme che consentono che la scelta su alcune discariche o impianti di depurazione sia di interesse nazionale e pertanto debba sottostare al governo. Non si capisce perché non debba essere lo stesso per materie di sicurezza, forse ancora più importanti di quelle già citate.
Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, la pensa diversamente.
Sulla vicenda Muos è nato un concorso di contestazioni. Una, che considero legittima, è quella sui possibili riflessi sulla salute dei cittadini, credo già fugata dall’Istituto superiore di sanità, ma alla quale bisogna dedicare massima attenzione.
L’altra?
L’altra, invece, è una forma di radicalismo anti americano, che utilizza la battaglia contro il Muos speculando sulle paure dei cittadini di Niscemi. Provano a caratterizzarsi come un’opzione politica anti americana che non solo è fuori dal tempo, ma è anche contraria agli interessi del nostro Paese.
Chi cavalca queste paure?
Una parte della sinistra italiana e siciliana, gli stessi che alimentano le proteste contro la Tav, contro Expo e così via. In particolare c’è un’ottusa posizione del presidente Crocetta, con cui ho polemizzato diverse volte e che considero sbagliata. Piuttosto bisognerebbe sensibilizzare la cittadinanza sul fatto che questo sistema non mette a rischio né la salute dei cittadini, né la sicurezza ambientale dell’area.