Sarà presentato venerdì 15 maggio, a Roma, NotarAct, il movimento per l’autoriforma del notariato, al quale hanno già aderito oltre 500 notai in tutta Italia, tra cui molti giovani. La presentazione avrà luogo nell’ambito della prima assemblea plenaria dell’associazione.
NotarAct, il cui primo animatore è il notaio napoletano Dino Falconio, sarà tra l’altro audita dalle commissioni Attività produttive e Finanze della Camera in merito al ddl liberalizzazioni. Proprio quel ddl che prevede di sottrarre al vaglio del notaio le compravendite di immobili non abitativi di valore catastale fino a 100.000 euro – una “norma grimaldello” per cominciare a svuotare la funzione notarile, secondo ambienti del notariato – e che a partire dallo scorso 20 febbraio ha provocato grande subbuglio nel mondo dei notai. Non a caso, ai lavori dell’assemblea fondativa interverrà anche il Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato, Maurizio D’Errico.
Secondo NotarAct – che in questo senso non si distacca certo dalla linea del Consiglio Nazionale, sintetizzata nell’hashtag #rottamalatutela – il pacchetto di norme sui notai contenuto nel ddl liberalizzazioni deve essere stralciato. Ma il passo i più è che la neonata associazione chiede di poter discutere il tutto nell’ambito di una riforma organica del sistema notarile, che può e deve essere modernizzato e reso più efficiente, puntando su semplificazione e innovazione tecnologica.
E’ un vero e proprio rilancio quello di NotarAct – si dice dall’associazione – che non intende chiudersi in una acritica difesa dello status quo e che mette sul piatto una proposta di riforma molto più ampia. Un rilancio che muove dalla consapevolezza che i profili organizzativi e operativi della funzione notarile vadano riformati per soddisfare con sempre maggiore adeguatezza i bisogni degli utenti. Ma tutto questo può avvenire solo con un intervento di ampio respiro, che non si limiti certo ai piccoli, presunti risparmi prospettati dal ddl liberalizzazioni – che prevede solo di spostare parte del costo della transazione da un professionista a un altro – ma che abbia al centro l’aumento della tutela effettiva dei cittadini.
Ed ecco allora un articolato set di proposte che NotarAct vuole “mettere a disposizione del legislatore”, o per meglio dire sul quale vuole discutere. Proposte, anzi vere e proprie controproposte al ddl liberalizzazioni, che spaziano su diversi capitoli. A cominciare dall’introduzione di tariffe sociali per determinati atti di impatto generale sulle fasce economicamente più deboli..
E poi, proposte che puntano in maniera forte sull’innovazione tecnologica, come la società orale e l’iscrizione automatica degli atti notarili societari al Registro delle Imprese, o l’implementazione dell’atto pubblico informatico a distanza, con la riformulazione dei formalismi relativi all’intervento in atti di persone fisiche e giuridiche.
Perché il notariato, ricordano da NotarAct, è forse l’unico caso veramente compiuto di PA digitale. E quindi è il momento di dismettere l’immagine obsoleta identificata dal mantello a ruota e sostituirla con qualcosa di più vicino alla realtà operativa dei notai: ad esempio l’iPad.