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Pitruzzella e la confessione di Lotito su Berlusconi e Murdoch

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori, pubblichiamo un estratto di un articolo di Andrea Secchi uscito oggi sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi

Un accordo tra Sky e Mediaset per spartirsi i diritti televisivi del calcio di Serie A per le stagioni 2015-2018, in grado di alterare la concorrenza e mantenere lo status quo. Questo ipotizza l’Antitrust che ha aperto un’istruttoria nei confronti di Sky, Rti-Mediaset, della Lega di Serie A e del suo advisor Infront Italy e che ieri con la Guardia di finanza ha eseguito una serie di perquisizioni nelle sedi delle società coinvolte (Mediaset Premium compresa).

L’INCHIESTA DI PITRUZZELLA

Secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, questo accordo sarebbe servito a ridare ai due gruppi televisivi le assegnazioni delle stagioni precedenti (tutte le partite di A a Sky, quelle dei maggiori club a Mediaset), escludendo così possibili nuovi entranti, come per esempio Eurosport che aveva presentato un’offerta per le squadre minori (seppure sotto il minimo): «Tale accordo», si legge nel provvedimento, «potrebbe aver alterato il normale dispiegarsi del gioco della concorrenza (…) cristallizzando le assegnazioni operate nelle stagioni calcistiche precedenti».

LE IPOTESI DELL’ANTITRUST

L’ipotesi è quella della violazione dell’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (per aver «arrecato pregiudizio al commercio tra gli stati membri») e l’istruttoria avrà quasi un anno di tempo, fino al 30 aprile 2016, per essere conclusa, mentre da ieri le società avranno 60 giorni per chiedere di essere sentite dall’Antitrust. In ballo c’è una sanzione che potrà arrivare al 10% del loro fatturato, a meno che le società non prendano impegni che scongiurino la multa.

LA FRASE DI LOTITO

Ad aver scatenato l’azione dell’Authority presieduta da Giovanni Pitruzzella non è stato un ricorso di Eurosport, che pure ad assegnazione avvenuta nel giugno 2014 aveva annunciato l’avvio di azioni legali, ma sarebbero state le dichiarazioni del presidente della Lazio Claudio Lotito riportate dalla stampa nel febbraio scorso («sono quello che ha fatto prendere 1,2 miliardi alla Lega di A, ho fatto parlare Murdoch e Berlusconi»).

L’AZIONE DEL GARANTE

Nonostante il 17 luglio del 2014 l’Antitrust avesse dato il proprio assenso al passaggio del pacchetto D con le squadre minori da Mediaset a Sky (dando il via libera alla sublicenza), queste esternazioni sarebbero state invece il gancio per l’indagine su quanto ha portato allo scambio finale.

LE FASI DELL’ACCORDO

Per capire meglio si può dividere quanto accaduto a giugno 2014 in tre parti. Intanto l’esito della gara vera e propria della Lega: Sky era il miglior offerente per il pacchetto A con i diritti delle otto maggiori squadre per il satellite e il miglior offerente per il pacchetto B con le stesse squadre per il digitale terrestre. Mediaset, invece, aveva l’offerta più alta per il pacchetto D, quello per le restanti 12 squadre su tutte le piattaforme. Un’offerta, quest’ultima, condizionata all’ottenimento di uno dei primi due pacchetti (cosa non ammessa dalla gara) ma l’unica valida perché sopra il minimo d’asta.

I PACCHETTI

A questo punto la seconda fase: la Lega decide che a Sky andrà il pacchetto A (8 squadre sul satellite) mentre a Mediaset il pacchetto B (le 8 squadre sul Dtt) per evitare che Sky abbia l’esclusiva su tutte le piattaforme. Mediaset, inoltre, si aggiudica il D (le restanti 12 squadre), pacchetto però (e questa è la terza fase) che concederà in sublicenza all’operatore satellitare.

I NUMERI

Sky si troverà così a pagare 572 milioni di euro a stagione, il Biscione 373 milioni. In tutto alla Lega andranno 945 milioni, 150 milioni in meno delle offerte per la gara dai vari concorrenti, ma oltre 100 milioni in più rispetto alla stagione precedente. Sono questi ultimi i passaggi su cui l’Antitrust vuole vederci chiaro anche perché i mercati rilevanti sono tre: quello dei diritti televisivi sportivi, quello della pay tv e il mercato della raccolta pubblicitaria.

COSA DICE L’AGCOM

Dal canto suo, l’Agcom ha fatto sapere che la deroga al divieto di sublicenza, prevista dal decreto Melandri, è stata accordata in seguito alla richiesta della Lega insieme all’Antitrust.



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