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Porti, ecco come Delrio vuole dragare la governance

“Entro poche settimane la riforma della portualità sarà pronta”. E’ quello che aveva annunciato il 14 maggio alla Camera il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio. “La portualità italiana ha bisogno di un piano di riordino che porti a superare il gap con i porti del nord Europa”, aveva aggiunto Delrio: “Questa revisione toccherà anche la governance dei porti, troppo complessa per rendere i porti a servizi delle filiere logistico-industriali del Paese e del Sud Europa”.

In effetti gli uomini di Delrio hanno messo a punto una riforma complessiva che si rintraccia in un corposo documento che circola fra gli addetti ai lavori.

In particolare è sulla governance del sistema portuale che sono previste le innovazioni più incisive. La premessa – si legge nel documento riservato – è che “le scelte di pianificazione e gestionali” devono essere “nelle mani di un soggetto pubblico” che “abbia il controllo delle risorse finanziarie e/o possa efficacemente ed efficientemente mettere in piedi accordi di partnership pubblico-privati finalizzati a reperire/integrare le risorse necessarie”.

Il soggetto pubblico dovrà essere anche “autonomo rispetto ai possibili condizionamenti di portatori di interessi locali (siano essi soggetti politici o economici), superando la debolezza e il localismo di molte delle attuali Autorità Portuali”, è scritto nel piano in cantiere. Inoltre deve essere “interlocutore unico degli utenti (lato terra e lato mare) del porto, essendo titolare di tutte le competenze amministrative, nonché in possesso delle capacità professionali e manageriali necessarie”.

Delrio medita di proporre per questo un nuovo modello di governance con il “riassetto e l’accorpamento delle Autorità portuali esistenti”.

Secondo il modello ipotizzato dagli uomini del ministro, potranno essere istituite le seguenti 8 Autorità di Sistema Portuale (AdSP), in cui si indicano come ricompresi i soli porti già sede, attualmente, di Autorità Portuale costituita:

AdSP Nord Tirrenica: Genova, La Spezia, Savona e Massa Carrara

AdSP Nord Adriatica: Venezia, Trieste, Ravenna e Ancona

AdSP Tirrenica Centrale: Livorno, Piombino e Civitavecchia

AdSP Sarda: Cagliari-Sarroch e Olbia-Golfo Aranci

AdSP Campana: Napoli e Salerno

AdSP Pugliese: Bari, Brindisi, Taranto e Manfredonia

AdSP Calabra e dello Stretto: Gioia Tauro e Messina

AdSP Siciliana: Palermo, Catania ed Augusta

Tra gli addetti ai lavori che seguono il dossier circolano alcune domande. La prima: quale strumento legislativo sarà scelto dal governo? Si parla in ambienti governativi di un Dpcm, ma il sistema è ora disciplinato da una legge.

Seconda domanda: ci sarà o non ci sarà un regime transitorio?

Terza domanda: che ruolo avranno regioni ed enti locali nella nuova pianificazione?

Seguiremo l’iter del progetto governativo. Alla prossima puntata.


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