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Scuola, gli italiani bocciano lo sciopero dei prof. Report Lorien

Le proposte di riforma della scuola e lo sciopero indetto dagli insegnanti non hanno ottenuto molta attenzione da parte degli italiani (solo il 4% cita la notizia).

L’attenzione mediatica è tutta legata alla questione della legge elettorale, non tanto nel merito quanto al semplice fatto che da essa dipenda il futuro del governo. Oggi, che l’esito sembra già un po’ più scontato, torniamo a parlare di scuola.

La gran parte degli italiani hanno certamente sentito parlare della riforma (75%), tuttavia solo il 43% di questi la giudica positivamente e ben il 22% non è nemmeno in grado di esprimersi in merito. Dunque ad oggi solo il 32% degli italiani è in grado di darne un giudizio informato positivo.

Allo stesso modo gli italiani si schierano nettamente contro le posizioni dei sindacati, solo il 37% si dichiara d’accordo con le motivazioni dello sciopero sostenendo che con la chiamata diretta degli insegnanti si rischia di trasformare la scuola in una azienda lasciando troppo potere autoritario nelle mani del dirigente scolastico, mentre il 55% si dichiara contrario a queste posizioni.

Così come per il caso della legge elettorale, si tratta dell’opposizione, tutta da sinistra, a riforme che, tanto nelle regole di elezione del Parlamento quanto in quelle che regolano la scuola, tendono a concentrare un maggior potere nelle mani di uno solo (colui che sta al vertice) in cambio di una maggior governabilità e la pretesa di una maggiore efficienza. Che sia il capo del governo o il preside di una scuola poco cambia.

A ciò si aggiungono le paure di quanto alcuni interessi privati possano influire sulle scelte di un potere più concentrato, ma permangono i timori di una parte (agguerrita) e non della totalità dei cittadini che invece guarda di buon occhio alla speranza di qualcuno in grado di cambiare qualcosa.

Viceversa le proposte di estendere il buono scuola dato alle famiglie per le scuole paritarie di ogni ordine e grado (non solo scuole primarie e dell’infanzia, ma anche medie e superiori) trovano facilmente l’accordo degli italiani (il 76% giudica positivamente la proposta). L’accordo è ancor più forte per quella fascia di elettori (circa il 70% dell’elettorato) che si definiscono “moderati” e che considerano altresì un diritto la libertà di scelta educativa. Una libertà che richiedono debba essere garantita e difesa dallo Stato, ben oltre la semplice fornitura di servizi pubblici, ma anche attraverso aiuti economici sostanziali.

Leggi qui il report di Lorien Consulting dal titolo “Scuola: italiani indecisi sulla riforma, ma critici sulle proteste”


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