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Afghanistan, attacco kamikaze a Kabul

Un nuovo attacco kamikaze scuote l’Afghanistan. Sette talebani hanno colpito il Parlamento di Kabul mentre era in corso il voto di fiducia al ministro della Difesa. Secondo le Forze speciali afgane, gli attentatori sono stati uccisi. Il portavoce del viceministro dell’Interno, Najib Danish, ha detto all’agenzia France Presse che “erano sette gli aggressori coinvolti, uno ha fatto detonare una macchina nei pressi del Parlamento e sei sono stati uccisi dalle forze di sicurezza dopo essere entrati in un edificio vicino”.

ATTACCO AL PARLAMENTO AFGANO 

Tutto è cominciato questa mattina con l’esplosione di un’autobomba vicino al palazzo del Parlamento. I terroristi sono entrati in un edificio di fronte e si sono scontrati con le Forze speciali afgane. I parlamentari sono stati messi in salvo. “Era in corso la seduta e stavamo aspettando la nomina del ministro della Difesa… improvvisamente abbiamo sentito una forte esplosione, seguita da altre più piccole. In pochi secondi l’aula era piena di fumo e i parlamentari hanno iniziato a lasciare l’edificio”, ha raccontato uno dei testimoni.

LA POSIZIONE DEL M5S

E c’è già chi fa della strage un argomento politico, anche nel nostro Paese. L’Alleanza atlantica è presente in Afghanistan da quasi 15 anni. E secondo i deputati del Movimento Cinque Stelle delle Commissioni Esteri e Difesa, l’offensiva di oggi al Parlamento afghano, nel cuore delle istituzioni del Paese, dimostra l’inutilità della presenza internazionale nel territorio sovrano di Kabul. Sul blog di Beppe Grillo si legge che “l’Italia ha speso oltre 5 miliardi di euro, eppure il Paese, oggi, versa ancora nel completo caos… Occorre ripensare la presenza di tutti i nostri contingenti sparsi per il mondo e dirottare i fondi in investimenti di cooperazione civile”. Per i parlamentari pentastellati, “cambiare approccio è fondamentale anche per ridurre fortemente l’esplosione di nuove ondate migratorie. Se continueremo a devastare ed occupare terre sventolando il brand dell’Occidente altro non otterremo che distruzione e nuovi esodi di massa. Il caso libico ne è la chiara dimostrazione”.


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