E se il centrodestra decidesse di ripartire da quella che un tempo era la sua roccaforte? Se la coalizione moderata e popolare ritrovasse unità di intenti e, in accordo con la Lega Nord, facesse proprio a Milano le prove generali dello scontro finale con il Pd?
Più che una domanda, è un auspicio che alberga nell’animo di diversi esponenti del centrodestra meneghino e non solo. Una volta trascorsa l’estate, lo sguardo della politica sarà rivolto alle elezioni amministrative in programma nella primavera 2016 nelle grandi città: Napoli, Torino, Bologna e soprattutto Milano. Sempre che non vada al voto pure Roma. Un’occasione da non perdere per le forze avverse al Pd (grillini esclusi), come già stato sottolineato su queste colonne (qui e qui).
LE QUATTRO CONDIZIONI IRRINUNCIABILI
Stati generali per concordare una piattaforma programmatica e primarie per selezionare il candidato, il tutto da celebrarsi entro la fine dell’anno, al massimo a gennaio 2016. Quindi una coalizione vasta, che vada dalla componente ciellina dell’Ncd (rappresentata dal capogruppo alla Camera, Maurizio Lupi) fino alla Lega Nord, passando per Corrado Passera e il suo movimento Italia Unica. Infine un nome possibilmente civico, che sappia unire e anche pescare fuori dai confini dello schieramento; insomma, un candidato alla Luigi Brugnaro, l’imprenditore che ha strappato Venezia alla sinistra dopo vent’anni. Sono queste le quattro condizioni irrinunciabili per battere il Pd e il centrosinistra, alle prese con il rifiuto del sindaco Giuliano Pisapia di ricandidarsi per il bis. A metterle in fila è Nicolò Mardegan, ex coordinatore di Ncd a Milano di recente uscito dal partito per fondare il movimento civico NoixMilano al quale hanno aderito, tra gli altri, Giordano Riello, presidente di Confindustria Giovani del Veneto, Clio Biondi Santi, imprenditrice del consorzio vinicolo del Brunello, Stefano De Vecchi Bellini, presidente di Gamos Group, e Onorio Francioso, direttore di Italia Rinasce.
SENZA SALVINI MA CON LA SUA BENEDIZIONE
Pur avendo detto più volte che il suo sogno sarebbe quello di fare il sindaco di Milano, Matteo Salvini negli ultimi giorni ha chiarito che non sarà lui il candidato sindaco del Carroccio sotto la Madonnina. Ormai il suo ruolo nazionale gli impone di guardare a Roma, convinto com’è di puntare a Palazzo Chigi. Dunque che farà la Lega? Pur essendo in questo momento l’azionista di maggioranza del centrodestra, non è scontato che voglia imporre un suo uomo. Di sicuro, la condizione dell’unità di coalizione per sconfiggere il Pd richiede il benestare del leader leghista. Sarà quindi possibile mettere d’accordo, ad esempio, Salvini con Passera che ha già dichiarato di volersi candidare? Oppure Salvini con Lupi? E’ proprio su questo aspetto che ben presto le diplomazie dei partiti dovranno iniziare a lavorare.
VIA AL TOTONOMI
Nel frattempo, con quasi un anno di anticipo è già partito il toto-nomi di potenziali candidati del centrodestra. Si va dai giornalisti Vittorio Feltri (che ha smentito alla trasmissione La Zanzara di Giuseppe Cruciani su Radio 24 perché si guadagna troppo poco…) e Paolo Del Debbio, al coordinatore cittadino di Forza Italia Giulio Gallera fino al costruttore e presidente di Assimpredil Claudio De Albertis, passando per lo stesso Passera. Dal canto suo, il Carroccio tramite il segretario lombardo Paolo Grimoldi ha comunque manifestato una certa apertura verso l’ipotesi delle primarie per scegliere un candidato unitario. Trattandosi di Milano, un peso notevole sulla scelta finale ce l’avrà ovviamente Silvio Berlusconi in persona, che a quanto pare preferirebbe puntare su un volto nuovo, per quanto possibile estraneo dalla politica e magari proveniente proprio dal mondo dell’imprenditoria. Insomma, un Brugnaro alla milanese che però ancora non pare vedersi all’orizzonte.