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Chi (non) vuole garantire sicurezza e legalità sui mezzi pubblici

La  feroce aggressione colpi di machete subita da un controllore di Trenord, la società di  trasporto locale in Lombardia, ha suscitato indignazione e sgomento nell’opinione pubblica e  comprensibile preoccupazione tra tutti i dipendenti che da tempo sollecitano misure  di sicurezza più efficaci. Per martedì 16 giugno l’Orsa, il sindacato autonomo che organizza la maggioranza dei macchinisti, ha proclamato uno sciopero dalle 9 alle 17, garantendo quindi il servizio ai pendolari. La Cisl ha comunicato ad Aziende e Ministero che dalle ore 19  fino al termine del servizio non si controlleranno più i biglietti.

In assenza di soluzioni tecnologiche alternative il controllo della regolarità dei biglietti di viaggio non può che essere svolta da persone che, senza un’efficace protezione, corrono costantemente il rischio di essere aggredite. E’ evidente che quanto è accaduto costituisce un episodio estremo anche se la sottovalutazione dei pericoli che corrono, non solo gli incaricati del rispetto della regolarità nella rete del trasporto pubblico locale ma anche gli stessi conducenti, è un fatto grave e inaccettabile per chi vuole diffondere il senso dello Stato.

Senza sicurezza sul lavoro si abbassa la qualità del servizio e si indebolisce l’autorevolezza e  la responsabilità necessarie per chi svolge una funzione pubblica. Si vuole che, in un contesto sociale nel quale affiorano segni di degrado, il principio del  pagamento del biglietto di un mezzo pubblico sia rispettato anche da chi non lo considera affatto un dovere civico e che il conducente sia protetto?  Allora occorrono concrete misure organizzative che garantiscano la presenza permanente delle forze dell’ordine.

Se non ci fossero agenti disponibili sarebbe più ragionevole in tal caso rinunciare al controllo dei biglietti per  alcune tratte e nelle ore serali e notturne o, nei  casi più seri, sospendere il servizio. Su questi obiettivi (chiari e condivisibili) i lavoratori del trasporto, mentre avviano il confronto con l’Azienda, possono conquistare la solidarietà degli utenti e di tutti i cittadini con un lavoro di denuncia e di proposta attraverso la diffusione di materiale informativo sui mezzi di trasporto, nelle stazioni e nella città. E’ del tutto comprensibile che dopo quanto è accaduto non si svolgano più i controlli dei biglietti senza garanzia di sicurezza.

Lascia qualche perplessità uno sciopero dei macchinisti che vada al di là di una fermata simbolica di un quarto d’ora. Le forme di lotta vanno valutate in funzione della loro efficacia rispetto agli obbiettivi. Per questo occorre garantire in primo luogo la compattezza dei lavoratori e il più ampio sostegno dell’opinione pubblica.


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